

Al via l’etichettatura delle carni suine. Obbligatoria l’indicazione dell’origine
Martinoni: “grande passo in avanti nella tutela del consumatore e della produzione nazionale”
Dal 1° aprile prende finalmente il via l’etichettatura d’origine delle carni suine, ovi-caprine e di pollame. Con la nuova norma, prevista dal Regolamento Europeo 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, si fissano così le regole per l’indicazione della provenienza delle carni, fresche, refrigerate e congelate. Sull’etichetta dovranno essere riportate le diciture “Allevato in” e “Macellato in”: la prima indica lo Stato in cui si è svolto l’ultimo periodo di allevamento (secondo diversi criteri a seconda della specie e dell’età dell’animale), la seconda denota il Paese in cui è avvenuta la macellazione. Sarà possibile inserire anche la menzione “origine” ma solo nei casi in cui l’animale è nato, allevato e macellato in un unico Stato membro o Paese terzo. Ciò significa che con la dicitura “Origine” si avrà la certezza del luogo di provenienza delle carni e, quindi, di acquistare un prodotto interamente italiano.
“Dopo tanta attesa – ha affermato il Presidente dell’Unione Agricoltori – la nuova norma permetterà di conoscere l’origine e la provenienza delle carni. Si tratta di una misura che richiedevamo da tempo, indispensabile per mettere il consumatore nelle condizioni di poter effettuare scelte di acquisto consapevoli. Parallelamente l’introduzione dell’indicazione di origine delle carni rappresenta una condizione fondamentale per valorizzare le produzioni, e quindi gli operatori, nazionali, riconoscendone le caratteristiche qualitativamente superiori. L’auspicio è che le nuove regole, oggi valide solo per le carni suine, ovi-caprine e di pollame, possano essere estese anche ai prodotti derivati quali prosciutti cotti e salumi, affinché il tratto distintivo delle produzioni italiane di tutta la filiera possa essere espresso con trasparenza”.