

Autorizzate da martedì le attività di cura e manutenzione del verde. Garbelli: “Accolta la richiesta di Confagricoltura”
IL NUOVO DPCM
Autorizzate da martedì le attività di cura e manutenzione del verde. Garbelli: “Accolta la richiesta di Confagricoltura”
Il presidente di Confagricoltura Brescia: “Un’apertura fortemente richiesta dalla nostra organizzazione che permetterà di dare almeno parzialmente ossigeno ad un settore, quello del florovivaismo, che sta attraversando una gravissima situazione di crisi”. Il verde pubblico e privato è un patrimonio da salvaguardare
Come atteso dagli operatori del settore e come fortemente richiesto da Confagricoltura, il nuovo Decreto del presidente del Consiglio dei ministri, che proroga il lockdown delle attività fino al 3 maggio prossimo, amplia la lista delle attività consentite dal 14 aprile includendo il codice Ateco 81.30 “Cura e manutenzione del paesaggio”, con esclusione delle attività di realizzazione.
“Si tratta di una grande conquista della nostra organizzazione – commenta Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia – che permetterà di dare almeno parzialmente ossigeno ad un settore, quello del florovivaismo, che sta attraversando una gravissima situazione di crisi in un periodo dell’anno in cui normalmente viene realizzato circa il 70% del fatturato annuo. Proprio ieri il nostro presidente nazionale Massimiliano Giansanti – continua Garbelli – aveva scritto una lettera al ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, per chiedere che i manutentori del verde e i giardinieri potessero ritornare al lavoro in sicurezza: siamo molto soddisfatti che, a stretto giro, sia arrivata la risposta positiva da parte del governo. Questa mattina inoltre – spiega il presidente di Confagricoltura Brescia – i dirigenti della Regione Lombardia ci hanno confermato che l’amministrazione regionale non introdurrà ulteriori restrizioni su queste attività che saranno quindi consentite da martedì prossimo”.
Confagricoltura aveva evidenziato al ministro Bellanova, oltre alle motivazioni di natura economica relative alla grave situazione che vivono le imprese del settore, come il fermo delle attività, in questo momento centrale per la manutenzione, può generare nel giro di pochi giorni situazioni di criticità - basti pensare alla crescita incontrollata del manto erboso - dal punto di vista della salubrità delle aree verdi, soprattutto di quelle pubbliche. "Il verde urbano, sia quello pubblico che privato - ricorda Garbelli - è un patrimonio non solo per la sua bellezza, ma anche come elemento insostituibile per la vivibilità ed il benessere per tutti i cittadini che dunque va adeguatamente salvaguardato”.
Il codice Ateco 81.30 contempla:
- realizzazione, cura e manutenzione di parchi e giardini per abitazioni private e pubbliche, edifici pubblici e privati (scuole, ospedali, edifici amministrativi, chiese), terreni comunali (parchi, aree verdi, cimiteri), aree verdi per vie di comunicazione (strade, linee ferroviarie e tranviarie, vie navigabili, porti, aeroporti), edifici industriali e commerciali;
- realizzazione, cura e manutenzione di aree verdi per edifici (giardini pensili, verde per facciate, giardini interni), campi sportivi (campi di calcio, campi da golf), campi da gioco, aree per solarium ed altri parchi per uso ricreativo, acque lacustri e correnti (bacini, bacini artificiali, piscine, canali, corsi d’acqua, sistemi di scolo).