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Cesare Soldi rieletto al vertice dell’Ami: “Grazie al Piano nazionale metteremo in campo azioni concrete per il settore maidicolo”
06/12/2019

Cesare Soldi rieletto al vertice dell’Ami: “Grazie al Piano nazionale metteremo in campo azioni concrete per il settore maidicolo”

IL RINNOVO CARICHE DELL’ASSOCIAZIONE MAISCOLTORI ITALIANI

Cesare Soldi rieletto al vertice dell’Ami: “Grazie al Piano nazionale metteremo in campo azioni concrete per il settore maidicolo”

Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia: “Il recupero di competitività e di redditività della maiscoltura passa attraverso molteplici fattori: oltre agli accordi di filiera e all’organizzazione commerciale, è necessario poter utilizzare i mezzi che la tecnologia e la ricerca scientifica ci mettono a disposizione”

Il maiscoltore cremonese Cesare Soldi, che guida un’impresa associata a Confagricoltura, è stato rieletto presidente dell’Associazione maiscoltori italiani (Ami). “Ringrazio i consiglieri Fausto Nodari, Marco Aurelio Pasti, Daniele Vendrame, Roberto Begnoni e Gianluca Giberti per avermi confermato alla guida dell’Ami – sottolinea Soldi –: è un momento molto delicato per il settore italiano in quanto siamo impegnati su più tavoli e per questo motivo è necessario rimanere uniti, favorendo il confronto con le istituzioni ed individuando soluzioni condivise”.

Il riferimento di Soldi è innanzitutto alla richiesta già inoltrata al ministero delle Politiche agricole per l’approvazione definitiva del Piano maidicolo nazionale alla cui stesura hanno contribuito in modo determinante sia l’Ami che la Sezione economica cerealicola di Confagricoltura Brescia: “Siamo in attesa del via libera definitivo da parte della conferenza Stato-Regioni e solo dopo potremo scendere in campo con misure concrete per il settore maidicolo – ha spiegato Soldi –: in questo documento sono indicate le criticità del settore e i possibili rimedi a sostegno del lavoro degli agricoltori italiani che necessitano oggi di investimenti in tecniche ed innovazioni che possono garantire una rapida risoluzione di problematiche come lo stress idrico, nonché una migliore tracciabilità del mais per valorizzare la qualità delle nostre Dop”.

Un settore di così grande importanza, sottolinea Confagricoltura Brescia, non può continuare a vivere in uno stato di profonda crisi in cui il deficit economico tra import ed export ammonta a 1,2 miliardi di euro, cioè un terzo del valore alla produzione delle Dop e Igp di origine zootecnica. Gli ultimi dati Istat evidenziano un’ulteriore crescita degli acquisti di mais dall’estero di quasi il 9% solo nel primo semestre del 2019. Le previsioni portano a stimare che il mais importato alla fine del 2019 sarà tra i 6,3 e i 6,5 milioni di tonnellate.

Anche per questo motivo, gli stessi agricoltori hanno organizzato un corso, che si svolgerà nel 2020, per sensibilizzare i protagonisti del settore sull’importanza dei contratti di filiera sul territorio.

“Il piano di settore è rivolto a stabilire un adeguato livello di autoapprovvigionamento secondo tre linee di intervento: orientamento al mercato, aumento della competitività del comparto e promozione di efficienti politiche comunitarie – ha concluso Soldi –. Dobbiamo puntare quindi alla valorizzazione del mais nazionale attraverso il passaggio dal prodotto indifferenziato a mais che risponde ad esigenze specifiche del mercato attraverso contratti con tutti i protagonisti della filiera produttiva”.

Come evidenzia il presidente di Assalzoo (l’Associazione nazionale dei produttori di alimenti zootecnici), Marcello Veronesi, “il mais è una produzione strategica dalla quale dipende l’intero settore agroalimentare dei prodotti alimentari di origine animale: per tale ragione Assalzoo sta cercando da tempo di coinvolgere i partner della filiera maidicola per un impegno comune, anche attraverso la stesura di un accordo di filiera per il mais da granella italiano e allo stesso tempo di attivare un intervento pubblico per incentivare gli agricoltori che seminano mais, sul modello di quanto già fatto per il grano duro”.

“Il granoturco è fondamentale per le produzioni zootecniche di qualità, non solo per le principali Dop, ma anche per le filiere tutte italiane, compresa quella avicola, e la pianura bresciana – afferma Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia -, grazie alla sua straordinaria fertilità, può raggiungere straordinari risultati produttivi. Il recupero di competitività e di redditività della maiscoltura – continua il presidente – passa tuttavia attraverso molteplici fattori: oltre agli accordi di filiera e all’organizzazione commerciale, è necessario poter utilizzare i mezzi che la tecnologia e la ricerca scientifica ci mettono a disposizione, come le applicazioni digitali per le operazioni di campagna e per indirizzare le scelte agronomiche oltre alle nuove tecniche genetiche per affrontare i mutamenti climatici e le nuove fitopatie. Su questo ultimo punto – conclude il presidente di Confagricoltura Brescia – valutiamo molto positivamente le recenti aperture del ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, che ora tuttavia devono tradursi in provvedimenti concreti”.