

Confagricoltura Brescia, per la Psa “serve una regia unica, un vero patto di territorio”
Restare uniti, lavorare insieme ciascuno per la propria parte con competenza, passione, positività, facendo viaggiare di pari passo sacrificio e solidarietà. È questo, in estrema sintesi, il messaggio del convegno “Il nostro modello di suinicoltura. Dall'emergenza alle prospettive: superare le criticità per essere più sostenibili”, organizzato da Confagricoltura Brescia in occasione della fiera di Orzinuovi, svoltosi online per adempiere alle nuove restrizioni imposte dal commissario straordinario dalla Psa. Una modalità scelta per non dare occasioni ulteriori di diffusione a un virus contagiosissimo, ormai arrivato alle porte di Brescia, che continua ad accendere fari nelle province di Milano, Lodi e Pavia. Ospite d’eccezione il neo commissario straordinario alla Psa, e direttore generale della Sanità animale del ministero della Salute, Giovanni Filippini, che ha emanato giovedì pomeriggio una nuova ordinanza ancora più restrittiva per gli allevamenti che si trovano nelle zone infette.
Il compito di aprire e chiudere il convegno è stato appannaggio del presidente di Confagricoltura Brescia Giovanni Garbelli, affiancato dal presidente nazionale dei Suinicoltori di Confagricoltura Rudy Milani. Garbelli ha chiesto (e ottenuto) di mettere in campo un ampio patto di territorio, coinvolgendo tutti gli attori della filiera, a partire da sindaci, Provincia, Regione, ministero, istituzioni sanitarie e, ovviamente, dagli allevatori e dalle organizzazioni sindacali, da mangimifici, macelli e tutti quanti hanno titolo a operare nel settore, sistema bancario incluso. Iniziando con la creazione di un Tavolo permanente di Regione Lombardia sulla Psa, sul modello di quello per la siccità, per avere un monitoraggio e un coordinamento continui, con una regia unica.
Centinaia gli allevatori bresciani collegati, che hanno continuato a inviare domande e chiedere informazioni, per una situazione che l’assessore regionale Alessandro Beduschi ha definito, senza mezzi termini, “una pandemia come il covid, dalla quale mutuare atteggiamenti e decisioni con rigore enorme”. Il presidente Milani, con la schiettezza di sempre, ha chiesto alla politica “di fare scelte chiare, per un problema sottovalutato all’inizio e che oggi si manifesta in modo dirompente. Due sono i modi: intervenire in maniera decisa, risolutoria, sui cinghiali, perché il virus non continui a propagarsi, e sulla leva economica, per tenere in piedi le aziende. È una scelta politica la gestione della fauna selvatica ed è una questione legislativa essere indennizzati per i danni: ora si deve decidere. La situazione è drammatica, si agisca concretamente”. Emblematiche le parole del commissario Filippini, che all’inizio del suo intervento si è detto conscio del sacrificio che sta chiedendo agli allevatori, “ai quali domando scusa, ma non posso non prevedere le misure drastiche contenute nell’ordinanza, non è possibile fare altrimenti per preservare il tutto: sacrificio e solidarietà devono andare insieme”.
Nel corso del convegno sono intervenuti anche Mario Chiari, sub commissario Psa, Giorgio Varisco e Loris Alborali, direttore generale e direttore sanitario dell’Istituto zooprofilattico.
Brescia, 30 agosto 2024