Dal 1999 perso a Brescia il 30% dei terreni coltivabili. Martinoni: “Ora basta con il consumo di suolo agricolo”
LA POSIZIONE DI CONFAGRICOLTURA BRESCIA
Dal 1999 perso a Brescia il 30% dei terreni coltivabili. Martinoni: “Ora basta con il consumo di suolo agricolo”
Negli ultimi diciotto anni, la superficie destinata all’agricoltura nella nostra provincia è passata da 190.000 a 175.000 ettari. Secondo l’organizzazione di via Creta è indispensabile pensare d’ora in poi alla riconversione delle aree inutilizzate
Lo scorso 5 dicembre si è celebrata la giornata del suolo, un’occasione per sottolineare l’importanza di questa risorsa preziosa, sempre più in pericolo.
I dati parlano chiaro: nel 1999 la superficie agricola utilizzata in provincia di Brescia era pari a 190.000 ettari, scesi a 183.000 nel 2005 e a 175.000 nel 2016.
Nel 1999 la Regione Lombardia contava su una dotazione agricola di oltre 1 milione di ettari: dopo sedici anni ne sono stati consumati più di 100.000. Il picco negativo è stato raggiunto dalla provincia di Monza e Brianza (-14,68%), ma anche Brescia non scherza con un -8%. La disponibilità di superfici agricole in Regione è passata da 1.500 metri quadrati a meno di mille per ogni residente e, nell’arco degli ultimi sessant’anni, ogni cittadino lombardo ha perso metà della sua quota di prati e di aree coltivate. Sempre considerando il periodo dal 1999 ad oggi, il 30% dei terreni coltivabili bresciani è stato trasformato in nuove autostrade, linee ferroviarie, insediamenti residenziali e capannoni.
Davanti a questi dati allarmanti, secondo Confagricoltura Brescia è necessario prendere provvedimenti urgenti per il bene di tutta la cittadinanza.
“Le infrastrutture sono necessarie per lo sviluppo del nostro territorio – afferma Francesco Martinoni, presidente dell’organizzazione di via Creta – e vanno quindi considerate positivamente: tuttavia, credo che da questo momento sia fondamentale riconvertire esclusivamente le aree dismesse ed abbandonate, evitando ulteriore cementificazione e riduzione del terreno agricolo: se vogliamo che la nostra agricoltura sia competitiva, la dimensione delle aziende deve crescere, non diminuire. Prima di sottrarre altra terra al settore primario – continua Martinoni – si valutino le condizioni di capannoni, case, piazzali lasciati a se stessi e in disuso”.
Inoltre, secondo il presidente di Confagricoltura Brescia, è fondamentale trovare un punto di equilibrio tra insediamenti residenziali e agricoltura. “Più le case si avvicinano ai campi – spiega Martinoni – e più nascono problemi per chi lavora la terra, perché spesso gli abitanti di queste nuove abitazioni hanno pretese che sono incompatibili con il lavoro degli agricoltori, chiamati ovviamente a rispettare tutte le norme: per questo chiediamo di non avvicinare troppo gli insediamenti urbani alle zone di lavoro. Dobbiamo considerare preziosa la nostra agricoltura – conclude il presidente di Confagricoltura Brescia –: va quindi difesa e tutelata dall’avanzata dell’urbanizzazione; sappiamo che il Comune di Brescia, la Provincia e la Regione si sono già mossi in questa direzione, chiediamo di proseguire lungo questa strada, con norme sempre più severe e stringenti anche nella prossima legislatura regionale”.