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La commissione UE propone il rinnovo dell'autorizzazione
11.08.2017

La commissione UE propone il rinnovo dell'autorizzazione

LA COMMISSIONE UE PROPONE IL RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE

Glifosato, 9 agricoltori su 10 approvano l’erbicida

Il direttore Trebeschi: “Il diserbante è prezioso per il lavoro all’interno delle nostre aziende e le più recenti ricerche scientifiche dimostrano che non è dannoso per la salute umana”

 

Il sito di informazione online AgroNotizie ha lanciato recentemente un sondaggio sull’uso in Italia dell’erbicida glifosato con risultati davvero interessanti. Secondo l’inchiesta, infatti, 9 agricoltori italiani su 10 approvano l’uso del pesticida. Il 50% degli intervistati utilizza il glifosato 2-3 volte l’anno, mentre il 25% ne fa ricorso più di quattro volte in dodici mesi.

L’efficacia è percepita come “ottima” dal 57% degli agricoltori che ne fanno uso e come “buona” dal 32%. Il prodotto viene utilizzato, in particolare, dagli agricoltori che si dedicano alle colture estensive, con il 51% di questi che lo impiegano come diserbo pre-semina.

“Questa analisi – spiega Gabriele Trebeschi, direttore di Confagricoltura Brescia – dimostra come il glifosato sia particolarmente prezioso per la nostra agricoltura e come quindi, quando se ne parla, debba essere abbandonato il tono forcaiolo e allarmista per usare invece quello tecnico, scientifico ed economico”.

Lo scorso 20 luglio, la Commissione europea ha presentato agli Stati membri dell’Ue la sua proposta di rinnovare l’autorizzazione dell’erbicida per altri dieci anni, fino al 15 dicembre 2027. “Le più recenti ricerche scientifiche – continua Trebeschi – dimostrano che il glifosato non è dannoso per la salute umana: la Commissione Ue ha infatti preso questa decisione dopo aver ricevuto dall’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) una ricerca in cui veniva sottolineato come il prodotto non è cancerogeno, né mutageno, né tossico per la riproduzione. Inutile quindi – conclude il direttore di Confagricoltura Brescia – proseguire con la caccia alle streghe e trovare sempre nuovi pretesti per mettere sotto accusa strumenti fondamentali per il lavoro agricolo, come dicono gli stessi operatori del settore primario”.