Latte, aumenta la produzione e i prezzi risalgono
CELEBRATO IL “WORLD MILK DAY”
Latte, aumenta la produzione e i prezzi risalgono
Notizie positive per gli allevatori italiani: diminuisce l’import e cresce la ricerca di prodotti di qualità. Brescia protagonista del settore. Barbieri (Confagricoltura): “I valori degli ultimi mesi sono positivi ma la volatilità caratterizza ormai il nostro settore: per questo bisogna insistere su promozione e valorizzazione”
Buone notizie per il comparto italiano del latte, con particolare soddisfazione per gli allevatori bresciani, visto che il 10,8% della produzione nazionale è localizzato nella nostra provincia.
Dal 2000 ad oggi, infatti, è aumentata la quantità di latte che esce dalle stalle italiane: oggi ne sono prodotte quasi 12 milioni di tonnellate, con un aumento complessivo del 12% che interessa tutte le tipologie, a parte quello di pecora.
A Brescia nel 2016 sono stati prodotti 13,29 milioni di quintali di latte (+3,84% sul 2015) con 168.900 vacche. La produzione vale complessivamente 463 milioni di euro, pari al 33,7% di tutto il fatturato agricolo provinciale.
I dati sono stati diffusi dall’ufficio studi di Confagricoltura in occasione del “World Milk Day”, la giornata mondiale del latte che si è svolta lo scorso 1° giugno.
“I prodotti ottenuti dal latte italiano - precisa Confagricoltura - sono aumentati negli ultimi anni: la produzione di burro è cresciuta del 32% dal 1982 mentre la produzione di formaggi è più che raddoppiata. La qualità è trainata dall’interesse crescente dei consumatori e dell’industria alimentare, a dimostrazione dell’eccellenza italiana che anche questi prodotti rappresentano. È diminuita invece la produzione di latte alimentare”.
Cambia in particolare l’atteggiamento dell’industria alimentare che - osserva Confagricoltura - sta modificando gli ingredienti dei prodotti alimentari (con un ritorno al burro sull’onda delle proteste per l’olio di palma), mutano le scelte dei consumatori che fanno grande consumo di yogurt, fermentati, prodotti lattiero-caseari light, congeniali ai nuovi stili di vita attenti al benessere ed alla salute.
“Ed i Millennials – prosegue Confagricoltura - riscoprono i grandi formaggi a denominazione d’origine protetta che hanno un ruolo di rilievo nell’aperitivo pomeridiano-serale; sempre più spesso si predilige l’abbinamento d’eccellenza formaggio e Franciacorta”.
Il nostro latte, peraltro, è sempre più “italiano”. Negli ultimi cinque anni è diminuito del 30% l’import totale di latte che è passato da 2,6 a 1,8 milioni di tonnellate.
Il settore zootecnico – osserva l’organizzazione degli imprenditori agricoli – è profondamente cambiato negli ultimi decenni. Le aziende con vacche da latte, che nel 1990 erano oltre 200 mila, oggi si sono ridotte a circa 33 mila, mentre il numero dei capi per azienda è pressoché triplicato. Quanto al numero di capi bovini da latte, l’Italia si colloca, nell’UE, al quarto posto, preceduta da Germania, Francia e Polonia.
La produzione di latte tende dunque a specializzarsi, con un’attenzione notevole per il benessere animale e per l’innovazione (con i robot nelle stalle). Nel 2015, secondo i dati Agea e Istat, l’Italia ha registrato, nel settore, un grado di autosufficienza del 77,4%, che è costantemente cresciuto negli ultimi tre anni. Per quanto riguarda l’andamento dei prezzi all’origine, sicuramente questi primi mesi del 2017 mostrano che stiamo uscendo dalla crisi.
“I prezzi sono in decisa risalita – conferma Luigi Barbieri, presidente nazionale della Federazione di prodotto latte di Confagricoltura e vicepresidente dell’organizzazione a Brescia –, su livelli che un anno fa non avremmo potuto immaginare: si tratta di un elemento che accogliamo con favore e che certamente è legato anche alla riscoperta dell’eccellenza del prodotto italiano. Tuttavia – ammonisce Barbieri – dobbiamo aspettarci anche momenti di ribasso, perché ci muoviamo ormai in un contesto caratterizzato da grande volatilità”.
Per questo motivo, ad avviso di Confagricoltura, l’appuntamento della giornata mondiale è stato fondamentale per ribadire a chiare lettere che latte, formaggi, e derivati sono importanti soprattutto per i più giovani: “E’ quindi necessaria – conclude Barbieri – promozione e corretta informazione, in particolare da parte delle istituzioni con il supporto del mondo scientifico, ed un’educazione alimentare che parta dalle scuole e che coinvolga anche le famiglie”.