Mais, Confagricoltura tra i firmatari dell’accordo di filiera per la valorizzazione ed il rilancio del prodotto italiano
L’INTESA TRIENNALE
Mais, Confagricoltura tra i firmatari dell’accordo di filiera per la valorizzazione ed il rilancio del prodotto italiano
Il presidente di Confagricoltura Brescia, Giovanni Garbelli: “L’obiettivo è contrastare la forte crisi in cui si trova un settore che è strategico per la nostra zootecnia e quindi per le produzioni di eccellenza del nostro paese, ma anche per la sostenibilità ambientale”
Confagricoltura Brescia esprime grande soddisfazione per la firma dell’accordo quadro triennale per il mais da granella di filiera italiana certificata. L’intesa, che ha visto Confagricoltura protagonista nella definizione dei suoi contenuti, è stata sottoscritta anche dalle altre organizzazioni che aderiscono ad Agrinsieme, da Assalzoo in rappresentanza dell’industria mangimistica italiana, da Assosementi (aziende sementiere) e da Origin Italia (Consorzi di Indicazioni geografiche), e favorisce la stipula di contratti di filiera per il mais destinato all’alimentazione animale e sarà valido per le campagne cerealicole 2020, 2021 e 2022.
Un importante risultato che permetterà anche di accedere alle risorse recentemente messe a disposizione dal Fondo Filiere.
“L’accordo – spiega Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia – ha l’obiettivo di contrastare la forte crisi in cui si trova la maiscoltura italiana, favorendo la ripresa di un settore che è strategico per la nostra zootecnia e per le produzioni di eccellenza del nostro Paese”.
Negli ultimi anni in Italia la produzione interna di granoturco ha registrato un crollo delle superfici seminate di oltre il 50%, con una produzione che ha raggiunto il minimo storico.
In provincia di Brescia sono coltivati a mais circa 33.000 ettari: erano 50.000 nel 2008. Nel 2019 la produzione lorda vendibile del settore maidicolo bresciano è stata pari a 67 milioni, con un calo di quasi il 15% rispetto all’anno precedente.
“Con questa intesa – prosegue ancora Garbelli – vogliamo favorire il ripristino di un’adeguata capacità di approvvigionamento interno e arginare, nel contempo, la forte dipendenza dall’estero che, nel solo 2019, ha portato il livello delle importazioni a raggiungere un picco storico di 6,4 milioni di tonnellate. Grazie all’accordo quadro – dice il presidente di Confagricoltura Brescia - sarà possibile programmare la produzione e, rispetto a quanto riconosciuto in media oggi dal mercato per il mais italiano, vengono messi in gioco circa 13-15 euro alla tonnellata in più”.
Grazie all’accordo sarà quindi più facile promuovere contratti di filiera.
“Nello stesso tempo – afferma ancora Garbelli – vengono evidenziati l’importanza della ricerca, soprattutto nell’ambito delle nuove tecniche di miglioramento genetico (New Breeding Techniques), e del sostegno accoppiato alla coltivazione del mais nell’ambito della prossima Pac”.
Il presidente di Confagricoltura Brescia ringrazia la sezione cerealicola dell’organizzazione provinciale, guidata da Fausto Nodari, e l’Associazione maiscoltori italiani, presieduta da Cesare Soldi, che sono stati tra gli artefici del tavolo nazionale che ha permesso la sottoscrizione di questa importante intesa.
“Salvare il mais – conclude Garbelli – è fondamentale anche in chiave ambientale: un ettaro coltivato produce infatti in un anno il doppio di ossigeno di una foresta”.