Mais: crollano produzioni e superfici, aumentano le importazioni Confagricoltura analizza in un convegno le prospettive del settore
VENERDÌ 1 FEBBRAIO NELL’AMBITO DELLA FAZI DI MONTICHIARI
Mais: crollano produzioni e superfici, aumentano le importazioni Confagricoltura analizza in un convegno le prospettive del settore
Nel Bresciano si è passati dai 51mila ettari coltivati nel 2008 ai 35mila di oggi. Il presidente Giovanni Garbelli: “Il settore è strettamente connesso con la nostra zootecnia e va quindi tutelato e rilanciato attraverso un piano maidicolo nazionale”.
“Il mais – sottolinea Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia – è alla base dell’alimentazione dei nostri allevamenti e quindi le eccellenze alimentari italiane partono proprio da lì. È per questo che è necessario rilanciare il settore che sta attraversando una crisi preoccupante”.
Cresce infatti costantemente la domanda mondiale nel settore del mais, con un consumo che ha raggiunto 1.099 milioni di tonnellate nel 2018 a fronte di una produzione globale di 1.068 milioni. Tuttavia, in Europa - e in Italia in particolare - si registra un incremento delle importazioni. Nella campagna 2017/18, i Paesi dell’Unione europea hanno prodotto 65 milioni di tonnellate di mais ma ne hanno importate 17,8 milioni. Nel 2013, cinque anni prima, le importazioni erano di 15 milioni di tonnellate.
La maggior parte del mais importato dall’Ue proviene dall’Ucraina (45%), quindi dal Brasile (29%), dagli Stati Uniti (11%) e dal Canada (6%).
L’aumento delle importazioni è strettamente connesso con la diminuzione delle superfici coltivate e delle produzioni di mais: in Italia si è passati dagli oltre 10 milioni di tonnellate prodotte ad inizio anni Duemila ai circa 5 milioni attuali e da 1,2 milioni di ettari coltivati nel 2003 ai meno di 600.000 di oggi. In quindici anni la produzione si è quindi dimezzata.
Ancora più espliciti sono i dati che riguardano il nostro territorio negli ultimi anni: in provincia di Brescia, infatti, siamo passati dai 51.096 ettari coltivati nel 2008 ai meno di 35.000 di oggi.
Alla base dell’abbandono delle produzioni c’è la perdita della redditività. Oggi infatti per un’azienda italiana il costo della produzione di mais è di 178 euro/tonnellata, mentre il prezzo di vendita si attesta sui 170 euro/tonnellata. Nel 2010 il mais era quotato 186 euro/tonnellata e nel 2012 ha raggiunto addirittura i 266 euro/tonnellata.
Solo il contributo Pac (pari mediamente a 33 euro/tonnellata) permette alle imprese di sopravvivere.
“Sono numerose le criticità che hanno causato la perdita di redditività – spiega Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia ed imprenditore nel settore maidicolo -: le turbolenze del mercato internazionale e quindi le basse quotazioni delle commodities, il rallentamento del miglioramento genetico, la riduzione degli aiuti diretti Pac, la diffusione di nuovi organismi infestanti, l’aumento degli stress idrici estivi ed il ridotto sostegno alla ricerca. Riteniamo – continua il presidente Garbelli - che si debba fare molto di più per salvare nel nostro Paese questa coltura che è strettamente connessa con la nostra zootecnia e quindi con tutta la filiera che porta alla produzione delle Dop esportate in tutto il mondo. Inoltre, il mais ha una grande valenza ambientale per quanto riguarda l’assorbimento dell’anidride carbonica. Per questi motivi – dice ancora Garbelli – la sezione cerealicola di Confagricoltura ha lavorato con grande impegno su due livelli: da un lato è stato raggiunto un accordo con Assalzoo, l’associazione dei mangimisti, per distribuire equamente il valore aggiunto all’interno della filiera; inoltre, insieme all’Associazione italiana maiscoltori (Ami), siamo stati protagonisti del tavolo nazionale del mais, per arrivare alla definizione, insieme al ministero, di un piano maidicolo nazionale destinato a rilanciare questa coltura”.
Queste tematiche saranno al centro del convegno “Mais per la zootecnia: attualità e prospettive” che Confagricoltura Brescia ha organizzato, nell’ambito della Fiera agricola e zootecnica di Montichiari, per venerdì 1 febbraio, alle ore 10, nella sala 4 al secondo piano del padiglione centrale del Centro Fiera del Garda.
Dopo i saluti di Mario Fraccaro, sindaco di Montichiari, e di Claudia Carzeri, consigliere regionale membro della Commissione agricoltura, interverranno Nikolas Mitroulias (responsabile Climate Italia: “Coltiviamo i dati: come l’agricoltura digitale può aiutare la filiera”), Michela Alfieri (del Crea, Centro di ricerca cerealicoltura e colture industriali: “Mais, come produrre trinciato di qualità”) e Matteo Piombino (Corteva Agriscience: “Dal campo alla tavola, a supporto della filiera”).
Seguirà una tavola rotonda con Cesare Soldi (presidente dell’Associazione maiscoltori italiani), Roberto Milletti (responsabile Unità Analisi e Informazione di Ismea), Fausto Nodari (presidente della Sezione economica Cerealicoltura di Confagricoltura Brescia) e Giovanni Garbelli (presidente di Confagricoltura Brescia).
Confagricoltura Brescia sarà inoltre protagonista all’interno della Fazi con un proprio stand ed uno spazio dedicato ad incontrare protagonisti del settore e rappresentanti delle istituzioni, al fine di promuovere dibattiti che possano individuare soluzioni alle molteplicità criticità che investono oggi il nostro settore primario.