Mais, primi passi per il Piano nazionale elaborato dal Tavolo tecnico. Garbelli: “Rilanciamo l’immagine di questa coltura”
CEREALICOLTURA
Mais, primi passi per il Piano nazionale elaborato dal Tavolo tecnico. Garbelli: “Rilanciamo l’immagine di questa coltura”
Pronta la bozza del progetto di sviluppo del granoturco. I cereali in ritardo a causa delle piogge di aprile e maggio. In provincia di Brescia sono 33.000 gli ettari coltivati a mais, nel 2008 erano 50.000
Le turbolenze sui mercati internazionali, il rallentamento del miglioramento genetico, la riduzione degli aiuti diretti Pac, la diffusione di nuove avversità e le ricorrenti crisi idriche continuano a mettere in difficoltà il settore maidicolo nazionale.
Nei giorni scorsi si è riunito a Roma il Tavolo tecnico Mais, istituito dal ministero delle Politiche agricole.
I componenti del Tavolo, tra cui i rappresentanti di Confagricoltura, sono al lavoro da mesi con quattro gruppi di lavoro (Ricerca ed innovazione; Mercati e contratti di filiera; Assistenza tecnica; Coordinamento Regioni – Ministero) per elaborare il Piano maidicolo nazionale, di cui è disponibile una prima bozza.
“La nostra sezione cerealicola - commenta Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia - ha dato un contributo molto importante nei lavori preliminare dei Tavolo tecnico Mais: crediamo in questo strumento operativo e ci auguriamo che ora si possa giungere in tempi rapidi ad un piano strategico per lo sviluppo del settore. In particolare - sottolinea il presidente - è fondamentale rilanciare l’immagine del granoturco: non scordiamoci che è l’alimento principe nelle filiere zootecniche (latte e suini), quindi delle produzioni italiane di grande qualità. L’obiettivo principale del Piano maidicolo nazionale – conclude Garbelli - è quindi ristabilire un livello più elevato di autoapprovvigionamento del mais nazionale per garantire l’alimentazione dei nostri animali”.
Secondo Confagricoltura Brescia, un orientamento più efficace al mercato deve necessariamente realizzarsi attraverso un’adeguata valorizzazione della materia prima, con azioni che consentano di passare da prodotto indistinto (commodity) a prodotto mirato alle esigenze di impiego (specialty).
È inoltre importante promuovere e sostenere contratti di filiera, migliorare l’immagine del mais, anche in termini di sostenibilità, e sostenerne l’impiego anche a fini energetici.
Sempre nei giorni scorsi, il presidente della Sezione cerealicola di Confagricoltura Brescia, Fausto Nodari, ha partecipato a Roma al 12° Meeting internazionale della filiera cerealicola, un’occasione per fare il punto sull’andamento delle nostre colture principali: grano duro, frumento tenero, mais e soia.
Nodari ha commentato i lavori ricordando che “nel mercato globale del grano duro ci sono tensioni causate dalla diminuzione di produzione rispetto alle previsioni non solo in nord Africa, dove si è toccato un meno -50% a causa della siccità, ma anche in Canada, Russia ed Ucraina. In Italia, l’eccessiva pioggia dei mesi aprile e maggio ha rallentato lo sviluppo dei cereali – ha continuato Nodari – e, fino a quando non si procederà alla trebbiatura, non si potrà verificare lo stato della salubrità del prodotto. Questa riduzione di produzione - ha spiegato il cerealicoltore - non ha comportato per ora una tensione dei prezzi, ma solo una corsa alle grandi riserve mondiali di prodotto di alta qualità, situazione che di solito precede un innalzamento delle quotazioni che potrebbe verificarsi nella prossima campagna”.
Il comparto del frumento tenero è nella stessa condizione, mentre per la soia l’evoluzione è legata al futuro dei rapporti tra Usa e Cina in merito ai dazi: “Oltre a questo fattore – ha concluso Fausto Nodari -, preoccupa la situazione americana: grazie agli ingenti aiuti economici che il presidente Trump ha riservato al settore agricolo, moltissimi agricoltori sono in dubbio tra seminare o godere dei paracaduti pubblici: questa delicata situazione non potrà non incidere sul prezzo delle derrate in Europa”.
In provincia di Brescia sono coltivati a mais circa 33.000 ettari (erano 50.000 nel 2008), mentre 6.000 sono destinati al frumento tenero, 4.500 alla soia, 4.000 al triticale, 3.000 all’orzo, 1.000 al frumento duro.
Nel 2018 la produzione lorda vendibile del settore maidicolo bresciano è stata pari a 78 milioni, mentre il valore della Plv dell’intero settore cerealicolo supera i 100 milioni.