Numeri importanti per la vendemmia in corso, Confagricoltura Brescia: “Continuiamo a rispettare leggi e vincoli disciplinari per tutelare la qualità”
L’ITALIA RIMANE IL PRIMO PRODUTTORE AL MONDO DI VINO
Numeri importanti per la vendemmia in corso, Confagricoltura Brescia: “Continuiamo a rispettare leggi e vincoli disciplinari per tutelare la qualità”
I viticoltori Giulio Barzanò, Gianluigi Vimercati e Andrea Peri descrivono come sta andando la raccolta e quali sono gli obiettivi da raggiungere nel prossimo futuro tra voucher, controlli, rispetto delle direttive dei Consorzi e iniziative per incrementare l’export
Nei giorni scorsi, Ismea ha diffuso un comunicato stampa in cui, oltre ad affermare che “la vendemmia italiana sarà molto più abbondante rispetto al 2017 e dovrebbe riportare la produzione di vino in linea con la media degli ultimi anni”, ha riportato una previsione con numeri importanti: “Registriamo una forbice produttiva che va da un minimo di 48 milioni e un massimo di 50 milioni di ettolitri di vino e, se tutto verrà confermato, ciò permetterebbe all’Italia di mantenere la leadership mondiale nonostante i notevoli incrementi produttivi stimati anche per Francia e Spagna”.
Anche nel Bresciano, dove la vendemmia è ormai conclusa in Franciacorta ed è iniziata o sta per iniziare nelle altre zone della provincia, la produzione è prevista in crescita del 20% circa.
Per quanto riguarda i prezzi delle uve, la Camera di commercio di Brescia ha pubblicato la rilevazione del 31 agosto: per le uve destinate a vini delle varie denominazioni Doc/Dogc Botticino, Cellatica, Riviera del Garda Classico e Garda, i prezzi risultano invariati rispetto al 2017: sono invece in calo le quotazioni del Lugana.
Il presidente della Sezione economica vitivinicola di Confagricoltura Brescia, Giulio Barzanò, viticoltore della cantina franciacortina Mosnel, si dimostra molto soddisfatto di questa vendemmia: “Ci sono numeri importanti quest’anno dopo gli ultimi anni in cui abbiamo sofferto troppo siccità e gelate. Abbiamo superato nuovamente la produzione francese in termini quantitativi ed anche per questo motivo – ha continuato Barzanò – dobbiamo continuare a scoprire nuovi mercati perché l’internazionalizzazione è una condizione fondamentale per il futuro delle nostre Doc”.
Sulla stessa linea anche il presidente della Federazione regionale di prodotto, Andrea Peri, che riconosce di aver vissuto una annata generosa anche se rimane molto cauto: “Manca ancora il 50% della raccolta in regione Lombardia in quanto solo nelle zone della Franciacorta e dell’Oltrepò Pavese hanno già finito di raccogliere. Dobbiamo ricordarci tutti quanto rimaniamo in balia dell’andamento meteorologico ed è quindi importante proteggere i terreni grazie alle polizze assicurative perché non sempre potrà andare come quest’anno”. Sui numeri produttivi italiani, il viticoltore della cantina Peri Bigogno di Castenedolo ha affermato che “queste stime rimangono tali e, anche se abbiamo raggiunto e superato la Francia, abbiamo ancora tantissimo da imparare dai colleghi francesi soprattutto sulle strategie con le quali affrontano i mercati esteri grazie anche ad una politica attenta alle esigenze non solo dei consumatori, ma anche dei produttori stessi”.
Gianluigi Vimercati, produttore di vino in Franciacorta a Ome, pone l’accento anche sui controlli che sono stati effettuati da parte delle autorità in materia di manodopera: “Le cantine della Franciacorta hanno dimostrato di rispettare in toto le regole nazionali. Auspico inoltre – continua Vimercati - che tutti i produttori continuino ad adempiere anche alle direttive dei disciplinari dei Consorzi affinché alla quantità che siamo stati in grado di raggiungere possiamo unire una qualità sempre maggiore: la concorrenza infatti sarà sempre più elevata da parte di quelle nazioni emergenti che stanno investendo molto in termini di macchinari e terreno. Serve l’aiuto delle istituzioni – conclude Vimercati - per coordinare un settore molto complesso e che richiede interventi urgenti in materia gestione della manodopera e un impegno forte nel tutelare le produzioni con il contenimento dei danni della fauna selvatica, in particolare dei cinghiali, con misure preventive e rimborsi per i danni”.