

Nutrie, tutto fermo. E la Brambilla gioca, sulla pelle degli agricoltori
Per gli agricoltori bresciani e lombardi che credevano, e speravano, che in tema di lotta alle nutrie l’ultima legge regionale del 4 dicembre scorso rappresentasse una svolta, è arrivata una doccia ghiacciata. Il Consiglio dei Ministri ha infatti impugnato il provvedimento rimandando alla Corte Costituzionale l’esigenza di pronunciarsi in merito. Due le motivazioni: l’istituzione nella norma regionale, senza previo accordo con il Governo, di tavoli di coordinamento con il coinvolgimento anche delle Prefetture, e quindi di organi dello Stato, e “metodi di eradicazione” basati sull’utilizzo di diverse armi comuni, secondo il Ministero prive della possibilità di garantire la selettività delle specie da cacciare.
“Ci sentiamo seriamente presi in giro”, afferma il Presidente dell’Unione Agricoltori di Brescia, Francesco Martinoni. “Avevamo intravisto nella nuova norma una soluzione ai danni ingenti che ogni giorno continuiamo a subire a causa della presenza ormai incontrollata delle nutrie in tutte le nostre campagne. Come al solito, per questioni di competenze, di ‘forma più che di sostanza’ ed a causa di uno Stato inefficiente, assistiamo all’ennesimo ping-pong tra poteri centrali e periferici. Il tutto sempre a danno degli imprenditori, tutt’oggi senza una risposta a quello che ormai è diventato un vero flagello per tre aziende agricole su quattro”.
Mentre crescono le insoddisfazioni degli agricoltori davanti alla cancellazione, a partire dallo scorso anno, dei piani di contenimento provinciali, e quindi dei rimborsi per i danni, c’è anche chi lancia una campagna a difesa delle nutrie. Si tratta di Michela Brambilla, ex Ministro del Turismo, che nelle sue scese in campo a favore degli animali ha di recente posato con in braccio un esemplare di nutria. “E’ una vergogna, una vera bassezza, che mostra i livelli a cui possono arrivare i nostri ex politici alla ricerca di visibilità personale”, il commento di Martinoni. “Noi agricoltori amiamo gli animali e non accettiamo che qualche personaggio ormai lontano dalle luci della ribalta possa accusarci di compiere ‘stragi’. Le intimidazioni degli animalisti non ci fanno paura; la legge regionale va difesa”.
“Non posso che prendere atto – commenta infine Martinoni con il sorriso – della denuncia della Brambilla che considera ‘inaccettabile dividere animali di serie A, quali cani e gatti, da animali di serie B, tra cui le nutrie e, perché no, anche i ratti o le zecche. Alla signora ex Ministra non posso che augurare una produttiva proliferazione di questi animali di serie B, nel suo giardino. Poi ci ritroveremo per parlarne”.