Siccità, Garbelli: “Gravi perdite in tutti i settori. Troppa incertezza, servono ristori e un patto per il futuro”
Non c’è tregua per l’agricoltura bresciana. Il protrarsi della siccità sta minando alla radice le rese dei campi. Una situazione trasversale a tutti i settori, che stanno vivendo una crisi epocale.
Cereali. In provincia di Brescia la produzione di orzo e frumento si attesterà intorno al 60 per cento della media degli ultimi anni, mentre risulta più complicata la situazione del mais, principale coltura dell’area padana e sostentamento per il bestiame. “Secondo le prime stime - spiega Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia -, ci saranno perdite produttive di circa il 40 per cento ed enormi perdite qualitative del prodotto finale a causa delle temperature e della scarsa risorsa idrica, riducendo ulteriormente la capacità di copertura del fabbisogno italiano, che ormai si attesta intorno al 42 per cento, provocando un ulteriore danno a un settore in crisi strutturale da tempo. In sofferenza, oltre alle aziende cerealicole, rischiano di andare anche le imprese del comparto zootecnico che si ritroveranno con raccolti di bassa qualità e con difficoltà di approvvigionamento dei foraggi, che dovranno compensare acquistando sul mercato a prezzi elevati”.
Vino. Per quanto riguarda la viticoltura, la situazione è disomogenea sul territorio bresciano. Mentre alcune zone non paventano gravi criticità, in altre le viti sono ferme. “Al contrario di come avviene in condizioni normali – prosegue Giovanni Garbelli -, la vite sta ora risucchiando acqua dal grappolo, che di conseguenza si raggrinzisce sempre più, perdendo peso e allontanando la fase di maturazione. Si tratta di una condizione che compromette irrimediabilmente la possibilità di raccolta. Ora come ora è presto per fare stime. I prossimi giorni saranno determinanti e ci daranno un’idea più chiara dell’andamento di una vendemmia che, in origine, si prospettava ottima. Vedremo se, malauguratamente, dovrà essere anticipata ulteriormente per salvare il salvabile”.
Olio. Anche l'olivicoltura bresciana è in forte sofferenza: le caratteristiche agronomiche, colturali e varietali del nostro territorio mal si conciliano con quanto sta accedendo. A poco più di due mesi dalla raccolta, la produzione persa si attesta già, in media, intorno al 50 per cento rispetto all’eccezionale fioritura primaverile. Inoltre il clima tropicale sta azzerando la presenza dell’entomofauna utile, a favore di insetti dannosi che si stanno sviluppando come mai prima d’ora. A esempio centinaia di migliaia di cavallette stanno infestando i terreni agricoli, ma al momento sono ancora in una fase in cui non possono volare. Quando saranno adulte, se non fermate, rischiano di provocare dei danni inimmaginabili. “Per il futuro – commenta Garbelli -, prevedendo il ripetersi di queste condizioni climatiche estreme, dovremo puntare su scelte varietali diverse per i nuovi impianti, su una gestione agronomica differente del suolo e sull’irrigazione a goccia”.
Frutta, ortaggi e florovivaismo. Dopo una buona fioritura primaverile, con una produzione iniziale positiva, anche sul settore frutticolo bresciano si è abbattuto il problema della siccità e delle elevate temperature. In fase di maturazione il forte caldo ha comportato grossi scompensi che hanno provocato il blocco alle produzioni in campo, sia per la frutta sia per gli ortaggi. Nella nostra provincia la mancanza d’acqua fa aumentare anche le preoccupazioni del settore florovivaistico, con le piante che potrebbero addirittura seccarsi in vivaio e con il timore che le elevate temperature facciano sfasare il ciclo vegetativo, rischiando poi di seccarsi quando verranno invasate. Un altro tasto dolente riguarda la manutenzione del verde che subisce i danni del forte caldo con il conseguente arresto della vegetazione che ha, di fatto, azzerato i lavori in provincia nel mese di luglio e rischia di proseguire anche in agosto.
Il commento. “A oggi non sono previsti ristori – conclude il presidente Garbelli –, possiamo solo quantificare i danni subiti dai nostri imprenditori, consapevoli che la crisi di Governo che si è consumata in questi giorni non fa che aumentare le incertezze di questo periodo. Chiediamo alle istituzioni di agire al più presto per prevedere aiuti per tutte le aziende agricole, che stanno facendo il possibile per mandare avanti le loro realtà. Tra gli agricoltori bresciani il clima che si respira è di scoraggiamento, perché gran parte delle misure proposte non sono state attuate e non è stato compiuto quell’ultimo sforzo necessario per raggiungere l’obiettivo prioritario di salvare il primo raccolto. Per il futuro sarà necessario pensare ad un patto per il territorio in cui agricoltori, Regione, Provincia e Comuni si impegnino a fare la loro parte, investendo risorse e facilitando i permessi autorizzativi. Dovremo partire da una maggior oculatezza nell’invasare acqua nei laghi e altrettanto nel divenire più efficienti a distribuirla sui campi, incrementando i sistemi goccia a goccia”.