Vino italiano, lunedì la decisione sull’imposizione dei dazi Usa Confagricoltura è in prima linea da mesi a livello istituzionale
SI RISCHIA L’INTRODUZIONE DI UN’IMPOSTA SUL 100% DEL VALORE
Vino italiano, lunedì la decisione sull’imposizione dei dazi Usa Confagricoltura è in prima linea da mesi a livello istituzionale
Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia: “Grazie al lavoro della Federazione nazionale e della Federazione regionale vino – continua Garbelli –, abbiamo evidenziato i rischi che corre il comparto, attraverso interlocuzioni con i massimi livelli politici: ora auspichiamo che possa arrivare una decisione favorevole per i nostri prodotti”
L’agroalimentare italiano potrebbe essere colpito da nuovi dazi imposti dall’amministrazione degli Stati Uniti dopo la prima ondata, entrata in vigore in ottobre, che ha danneggiato le nostre esportazioni di formaggi, salumi e liquori. La lista dei beni europei colpiti dai dazi Usa come compensazione degli aiuti pubblici al Consorzio Airbus viene rivista ogni tre mesi e lunedì prossimo, 13 gennaio, si chiuderanno le consultazioni al Dipartimento del Commercio americano per la prossima tornata di dazi. L’Italia teme che vino ed olio siano aggiunti all’elenco e per questi prodotti si parla di dazi al 100%.
Confagricoltura esprime grande preoccupazione soprattutto per il settore vitivinicolo poiché gli Stati Uniti rappresentano la prima destinazione, in volume e in valore, delle vendite di vino italiano, pari a circa 1,5 miliardi di euro, corrispondenti ad oltre 3,3 milioni di ettolitri.
Peraltro, la domanda complessiva di vino dagli Stati Uniti è aumentata significativamente negli ultimi cinque anni, crescendo in valore di oltre il 30%, con tassi di incremento analoghi per quanto riguarda la fornitura italiana.
In questi mesi, l’attività di Confagricoltura è stata particolarmente intensa. I rappresentanti dell’organizzazione infatti hanno aperto un confronto con la Nabi, la National Association of Beverage Importers, hanno incontrato alcuni parlamentari europei per sensibilizzarli sul tema ed hanno portato la questione sul tavolo del Copa-Cogeca, l’organizzazione che raggruppa tutte le associazioni di categoria agricole dell’Unione Europea. Inoltre, Confagricoltura ha sollevato il caso nell’ambito del tavolo di filiera vino al Ministero delle Politiche agricole, oltre ad avere a più riprese scritto al governo.
Lo scorso 20 dicembre, il presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha inviato una lettera al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, sollecitandolo a mettere in campo “ogni possibile azione diplomatica diretta con il Governo americano perché riprendano immediatamente il dialogo e il confronto, unitamente all’azzeramento dello strumento dei dazi”.
“In questo scenario caratterizzato da una grande incertezza – afferma Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia – la nostra organizzazione si è immediatamente mobilitata a livello istituzionale. Nelle ultime settimane – dice il presidente – abbiamo assistito ad un dibattito molto acceso sui social media a proposito di questa delicata questione: Confagricoltura, come già per altre situazioni analoghe, ha preferito lavorare sottotraccia, cercando di sensibilizzare sul tema tutti coloro che possono cercare di evitare una decisione che sarebbe davvero grave per il nostro settore vitivinicolo. Grazie al lavoro della Federazione nazionale e della Federazione regionale vino – continua Garbelli –, abbiamo evidenziato i rischi che corre il comparto, attraverso interlocuzioni con i massimi livelli politici e auspichiamo che lunedì possa arrivare una decisione favorevole per i nostri prodotti. Il vino bresciano – conclude il presidente di Confagricoltura Brescia – sta raggiungendo ottimi risultati all’estero, con picchi di vendite significativi proprio negli Stati Uniti: l’imposizione di dazi causerebbe una drastica frenata per uno dei settori della nostra agricoltura maggiormente in crescita”.
Nella provincia di Brescia, gli ettari vitati per la produzione di vini Doc e Igt sono arrivati a 5.664 rispetto ai 5.134 del 2017. La produzione è passata dai 473.616 ai 652.201 quintali dello scorso anno, con il valore complessivo delle uve che ha raggiunto 106 milioni di euro. L’export nella prima metà del 2019 è aumentato del 6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.