Presentazione dell'Annata Agraria 2016
1. Andamento generale del 2016
· Per il terzo anno c’è stata una contrazione dei costi di produzione (ad esempio gasolio -13% e nitrato ammonico -11%), ma che non si è tradotta in un incremento della redditività a causa del contemporaneo calo medio dei prezzi all’origine
· Nel 2016 hanno cessato l’attività 166 imprese, secondo un trend di riduzione del numero delle aziende ormai consolidato
· Cresce la manodopera occupata che passa dalle 4.753 unità del 2015 alle 4.813 del 2016
· Diminuisce il potere d’acquisto degli agricoltori: nel 2006 erano sufficienti 1.045 quintali di latte e 30 vitelloni per comprare un trattore; oggi servono 1.340 quintali di latte e 38 vitelloni
· Gli elementi di criticità strutturale quindi permangono ma, dopo tre anni caratterizzati da una riduzione del fatturato agricolo provinciale, il 2016 evidenzia una crescita dell’1%. Un aumento modesto (nei tre anni precedenti la riduzione è stata del 6%) ma che rappresenta un’inversione di tendenza importante
2. I prezzi alla produzione
· Mais: dopo tre anni negativi, è arrivata una crescita del 16%
· Per i frumenti e l’orzo annata negativa a causa delle speculazioni che investono le borse mondiali e rendono quasi impossibile la programmazione da parte degli agricoltori
· Latte: i prezzi solo scorso anno sono scesi drammaticamente, per poi risalire a partire da giugno: la flessione è comunque stata del 3,46%
· Suini: la crescita del secondo semestre ha portato a un incremento complessivo del 6,7% che ha pesato in modo significativo sul totale del fatturato agricolo provinciale
· Negativa la performance del settore avicolo: -8,9% per i broiler, -14,65% per le uova, stabili i tacchini e i polli
· Segnali positivi per i vitelli a carne bianca: +2%
· Bovini a carne rossa: permane, ormai da anni, una criticità dei prezzi che condiziona il settore
3. Il prodotto lordo vendibile
· Fatturato complessivo: 1,37 miliardi di euro (+1% sul 2015)
· 90% dei ricavi derivano dal settore zootecnico
· I risultati positivi sono attribuibili al buon andamento della suinicoltura (+5,6% il fatturato) e all’aumento dei prezzi di mais e uva (+20% i ricavi delle produzioni vegetali)
· Il latte è rimasto sostanzialmente stabile perché il calo dei prezzi è stato bilanciato da un aumento produttivo (+3,84%). La produzione è stata di 13,92 milioni di quintali
· Il prezzo del latte riconosciuto dalle cooperative è stato mediamente di 4-5 centesimi superiore a quello industriale. Il crollo dei prezzi è stato dovuto soprattutto alla tenuta delle quotazioni del Grana Padano che è cresciuto sul fronte dell’export (+7,5%)
· L’andamento del mercato del latte è collegato strettamente alla situazione internazionale: la ripresa delle quotazioni è stata resa possibile, verso fine anno, dagli interventi dell’Unione europea ma soprattutto dall’aumento della domanda da parte della Cina
· Anche per il settore suinicolo l’annata non era partita bene, ma la forte richiesta di carni suine da parte della Cina ha portato a un deciso incremento dei prezzi
· Per l’avicoltura la situazione resta negativa soprattutto per le uova, a causa delle ingenti importazioni di uova e preparati industriali extra Ue a prezzi bassi e di dubbio rispetto delle norme igienico-sanitarie
· Per il mais la ripresa dei prezzi ha frenato la crisi del settore, ma le superfici coltivate diminuiscono ed è quindi necessario un piano nazionale per incrementare le rese, aprendosi alla ricerca applicata all’agricoltura
· Risultano ancora minoritari nella composizione della Plv, ma sempre più importanti, soprattutto per l’eccellenza dei prodotti, i comparti della viticoltura e dell’olio
· Ancora in crescita l’attività agrituristica: a fine 2016 erano 322 le aziende attive e 193 le imprese a cui sono già stati riconosciuti i requisiti per aprire l’attività
· Agroenergie: sono 68 gli impianti di biogas attivi per 45 Mega Watt; già autorizzati dieci nuovi impianti. Nel fotovoltaico Brescia resta prima, ma nel 2016 non sono stati realizzati dalle imprese agricole nuovi impianti a causa della mancanza di incentivi
· Il latte resta al primo posto e vale 463 milioni (38% del totale), seguito dai suini con 280 milioni (23%), dagli avicoli con 250 milioni (20,5%) e dagli avicoli con 223 milioni (18,5%)
· Stabili i comparti del florovivaismo, della cunicoltura e orticolo