

Assemblea Generale 2018 - Il discorso del presidente
Cari soci e gentili rappresentanti istituzionali che ci onorate con la vostra presenza,
questa mattina vivremo un momento molto importante per Confagricoltura Brescia e non solo.
La nostra tradizionale assemblea sarà arricchita dagli interventi di ospiti illustri e sarà l’occasione per ascoltare i programmi e le idee di due importanti protagonisti delle prossime elezioni Maria Stella Gelmini e Giorgio Gori che ringrazio anticipatamente per la loro partecipazione.
Mi auguro che ciascuno di noi abbia a disposizione, dopo questa mattina, maggiori informazioni per compiere nelle urne una scelta consapevole.
“Coltiviamo il futuro”: abbiamo voluto scegliere questo tema come traccia per la nostra assemblea generale per due motivi. In primo luogo, tra una settimana saremo chiamati a una scelta, quella del voto, che – nonostante tutte le problematicità derivanti da questa legge elettorale – ha sempre un grande valore per il presente e per l’avvenire.
Inoltre, da sempre riteniamo che la nostra agricoltura non debba ripiegarsi su stessa, su un passato che non tornerà. Il nostro obiettivo era e rimane quello di dare un futuro al settore primario italiano e dobbiamo dire con convinzione che le imprese si svilupperanno solo se saranno sostenuti gli investimenti in ricerca ed innovazione, solo se gli imprenditori saranno messi nelle condizioni di competere con le aziende degli altri Paesi, solo se l’Italia supererà alcuni tabù che ci impediscono di crescere.
È la sesta assemblea che vivo da presidente di Confagricoltura Brescia ed è l’ultima del mio secondo mandato al vertice dell’organizzazione. Se riguardo questi anni passati al vertice, posso dire di aver vissuto un’esperienza straordinaria, sotto il profilo umano e professionale, e di aver cercato di seguire con coerenza alcune precise linee guida, declinate in vari modi nel corso del tempo.
Non sono stati anni semplici: siamo alle prese con una radicale riforma del mondo della rappresentanza.
È stato ed è un periodo complesso anche per le aziende.
Il nostro settore ha retto alla crisi meglio di altri comparti economico-produttivi. L’occupazione agricola ha tenuto ed il fatturato del settore ha mantenuto livelli accettabili.
Il 2017 si è concluso con numeri positivi, come abbiamo visto, soprattutto per la zootecnia: ma ormai sappiamo che i mercati e i prezzi sono caratterizzati dalla volatilità e che è impossibile fare previsioni a lungo termine.
Il comparto agro-alimentare ha continuato a crescere aumentando le esportazioni in tutto il mondo arrivando a 41 miliardi nel 2017. Condividiamo il progetto dell’attuale Governo che vuole portarne il valore a 50 miliardi entro il 2020.
In questo contesto riteniamo di grande importanza gli accordi commerciali che l’Europa sta portando avanti nel mondo.
L’accordo con il Canada, il CETA , è cosa fatta ed altri accordi sono in fase di perfezionamento. Ogni intesa deve soddisfare le controparti e, per questo motivo, non si può pretendere di ottenere tutto e subito come qualcuno recrimina ma, su una base iniziale che deve essere favorevole all’Europa, si può costruire il futuro degli scambi commerciali aumentando la penetrazione dei nostri prodotti agro-alimentari nel resto del mondo.
I consumi di prodotti agro-alimentari in Italia sono ormai stabili, con alcuni settori in crescita ed altri in sofferenza. Ed è proprio per questo che la via obbligatoria per continuare a crescere è quella dell’esportazione.
Per poter competere con le agguerrite concorrenze dei prodotti esteri non basta l’ottima qualità che contraddistingue le nostre produzioni, ma serve anche un sistema Paese che sostenga le nostre esportazioni semplificando la parte burocratica e utilizzando al meglio le istituzioni come le Camere di Commercio, l’ICE, i Consolati e le ambasciate sparse in tutto il mondo.
In questo periodo, proprio nella consapevolezza dell’impossibilità di rimanere chiusi in noi stessi, ho cercato, insieme alla Giunta, di rinnovare il volto dell’organizzazione, inserendola maggiormente all’interno del tessuto confederale.
Siamo orgogliosi della storia dell’Unione provinciale agricoltori ma, con altrettanto orgoglio, sottolineiamo che oggi siamo Confagricoltura Brescia, una territoriale che fa parte di una grande associazione di categoria, guidata da un ottimo presidente. Per questo abbiamo anche cercato di essere sempre più presenti all’interno della confederazione, sia a livello regionale, dove oggi esprimiamo il vicepresidente Giovanni Garbelli, sia a livello nazionale, con i numerosi incarichi ricoperti in questi anni da me e da altri nostri associati.
Abbiamo cercato di rimodulare la nostra attività concentrandoci sempre più sui bisogni delle imprese.
Ecco perché abbiamo moltiplicato gli incontri sul territorio e potenziato gli Uffici Zona, incrementando i servizi per le aziende.
Nei confronti del mondo politico ed istituzionale, abbiamo rinsaldato antiche relazioni e ne abbiamo create nuove, senza però rinunciare ad essere critici quando lo abbiamo ritenuto opportuno. E questo vale anche per i rapporti, spesso problematici, con le altre rappresentanze del mondo agricolo.
Nei confronti delle aziende, abbiamo voluto anche proporre alcune linee d’azione, proprio pensando allo sviluppo futuro, invitando gli imprenditori ad investire il più possibile in qualità del prodotto e innovazione, ma anche a ricercare forme di aggregazione perché le piccole realtà difficilmente possono reggere la sfida di un mondo che, piaccia o non piaccia, è ormai guidato dalla globalizzazione.
In particolare, sono orgoglioso di non aver mai rinunciato ad esprimermi con decisione, a nome di Confagricoltura Brescia, su temi nei quali crediamo fermamente, anche quando abbiamo dovuto sfidare l’impopolarità o le false notizie: penso al glifosate, agli accordi di libero scambio che ho ricordato prima ed agli organismi geneticamente modificati cha hanno trovato ancora una volta la conferma della loro non nocività per l’uomo e per l’ambiente .
Oggi abbiamo l’onore di avere con noi la Senatrice Elena Cattaneo , convinta sostenitrice della necessità della ricerca scientifica in questo settore, che rappresenta senz’altro il futuro dell’agricoltura mondiale .
Il nostro stile non cambia: diciamo quello che pensiamo, anche a costo di avere qualche difficoltà in più nei rapporti con la politica o nel modo in cui siamo percepiti all’esterno.
Abbiamo coraggio, un coraggio che ci ha portato lontano, oltre cento anni di storia, e che sarà la base per proseguire il cammino. Abbiamo una visione dell’agricoltura e dell’economia diversa rispetto ad altri e la rivendichiamo con forza: qualcuno pretende di avere il monopolio della rappresentanza, ma si sbaglia. La nostra identità non cambia, il nostro impegno proseguirà lungo la strada tracciata.
Siamo alla vigilia di scelte importanti, stiamo per eleggere nuovi parlamentari e un nuovo presidente regionale. Anche la nostra organizzazione, nel corso del 2018, rinnoverà il Consiglio e la giunta.
Si tratta di sfide fondamentali, che affrontiamo con la tenacia di sempre per “coltivare il futuro”.
Grazie a tutti voi per la fiducia che ho sentito in questi anni, grazie a chi si è impegnato con me: ho cercato di lavorare per le nostre imprese e per la nostra Confagricoltura Brescia e sono fiero dei risultati raggiunti.
Ora andiamo avanti, uniti, forti, orgogliosi di quello che siamo, pronti sempre a coniugare la tradizione con l’innovazione.
La sfida che ci attende è quella di “nutrire il pianeta”, secondo lo slogan dell’ Expo del 2015, coniugando la sostenibilità ambientale con quella economica.
Lavoriamo in questa direzione. Insieme ce la possiamo fare.
Grazie a tutti.
Evviva Confagricoltura Brescia.