Emissioni industriali, allarme per gli allevamenti
I capi di Stato e Governo si sono resi conto dell’assoluta necessità di aumentare la sicurezza alimentare. Di contro la Commissione europea continua a manifestare orientamenti punitivi verso gli allevamenti.La Commissione ha infatti proposto di rivedere la direttiva sulle emissioni industriali del 2010, che riguarda attualmente solo il 5 per cento degli allevamenti avicoli e suinicoli, con una modifica che li porterebbe al 50 per cento, estendendo la norma anche agli allevamenti di bovini. “In una fase in cui il settore zootecnico sta già soffrendo l’aumento dei costi energetici e delle materie prime - afferma il presidente di Confagricoltura Brescia Giovanni Garbelli -, questa modifica comporterebbe un ulteriore e insostenibile appesantimento dei costi amministrativi e degli oneri burocratici in capo alle aziende. Rischiamo quindi un pesante taglio di produzione a livello nazionale ed europeo, aprendo la strada a maggiori importazioni da Paesi terzi dove le regole sono meno rigorose di quelle dell’Ue anche per la sostenibilità ambientale. È una visione miope da parte della Commissione europea, che non ha osservato con attenzione il percorso di crescita del settore zootecnico verso l’innovazione e la sostenibilità, per un comparto che è stato protagonista di un grande ammodernamento dal punto di vista tecnologico e che contribuisce alla produzione di energie rinnovabili".