Brexit e vino, Confagricoltura incontra l’ambasciatore inglese

EXPORT VITIVINICOLO

Brexit e vino, Confagricoltura incontra l’ambasciatore inglese

Ricci Curbastro: “Abbiamo avuto conferma della tutela delle Doc anche in caso di un’uscita dall’Ue senza accordo”. Peri: “Approccio positivo per il primo anno: ci auguriamo che questo atteggiamento prosegua anche in futuro perché il Regno Unito rappresenta il quarto mercato per il vino italiano”

 

I vertici di Confagricoltura, insieme a Cia, Copagri, Alleanza delle cooperative, Unione italiana vini, Federvini, Federdoc e Assoenologi, hanno incontrato a Roma l’ambasciatore del Regno Unito in Italia Jill Morris, sul tema della Brexit.

L’ambasciatore ha sottolineato come la scelta dei cittadini britannici di lasciare le istituzioni europee non deve essere letta come un segnale di chiusura. Secondo l’ambasciatore, il lavoro del governo britannico e dei negoziatori è volto a limitare gli effetti di questo passaggio sui cittadini e sui settori produttivi, evitando quindi l’inserimento di inutili e dannose barriere al commercio internazionale, continuando a promuovere e rispettare le regole e i valori del multilateralismo e del libero mercato.

Jill Morris ha quindi confermato come, anche in caso di un’uscita senza accordo dall’Unione europea, il Regno Unito non applicherà dazi ai vini importati dall’Italia.

“Ho chiesto direttamente all’ambasciatore – ha spiegato Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Federdoc e titolare dell’omonima azienda vitivinicola franciacortina associata a Confagricoltura Brescia – se ci saranno difficoltà per quanto riguarda la protezione delle denominazioni d’origine: ho avuto conferma che questo non accadrà perché le Doc hanno ormai una dignità riconosciuta nel Regno Unito e verranno quindi tutelate anche fuori dalla regolamentazione dell’Unione europea”.

Secondo Andrea Peri, presidente della Federazione regionale di prodotto vino di Confagricoltura e titolare dell’azienda Peri Bigogno di Castenedolo, “è positivo che l’ambasciatore abbia confermato che non ci saranno dazi, ma le certezze valgono solo per il primo anno: ci auguriamo che questo approccio possa proseguire anche in futuro perché il Regno Unito è il quarto mercato per il vino italiano. Alcuni produttori – ha concluso Peri – mi hanno confermato di essere vicini a chiudere importanti accordi commerciali che saranno tuttavia finalizzati solo quando il quadro sulla Brexit sarà più chiaro”.


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