IL TAVOLO DI FILIERA AL MINISTERO
Suinicoltura, “per la ripresa puntiamo su programmazione produttiva, corretta comunicazione ed apertura all’export”
Il presidente di Confagricoltura Brescia, Giovanni Garbelli: “Le crisi di mercato devono essere affrontate con una strategia di medio-lungo termine e con una promozione delle peculiarità che caratterizzano il suino pesante”
“L’Italia non può ridursi a diventare un Paese importatore e trasformatore di carni suine, ma deve consolidare la propria vocazione produttiva scommettendo sulla programmazione, sulla comunicazione e sull’apertura a nuovi mercati”. Lo ha affermato Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia, commentando l’esito del Tavolo di Filiera suinicola convocato ieri al ministero delle Politiche agricole.
“Confagricoltura – ha detto Giovanni Favalli, presidente della Sezione suinicola dell’associazione bresciana – ha chiesto al ministero di coinvolgere gli allevatori nella programmazione produttiva, non solo a livello consultivo come avviene oggi. Inoltre, come già più volte sottolineato, riteniamo fondamentale avviare compagne di comunicazione che smontino le fake news che circolano sul settore ed interventi promozionali per incrementare il consumo di prosciutto in Italia e all’estero”.
Confagricoltura ha inoltre sottolineato l’importanza della trasparenza verso i consumatori sui fronti dell’origine della carne e della certificazione in tema di benessere animale e sostenibilità.
Il Tavolo di Filiera ha analizzato inoltre l’andamento del mercato. “Dopo mesi caratterizzati da un crollo delle quotazioni – ha aggiunto Favalli –, stiamo ora assistendo a segnali di ripresa, soprattutto a causa della caduta della produzione interna cinese, dovuta a situazioni sanitarie, con un conseguente effetto traino positivo sul mercato europeo”.
La Cun suini – strumento che richiede comunque una sua totale rivisitazione – ha registrato infatti nell’ultima settimana una ripresa delle quotazioni, confermando il prezzo dei grassi (160-176 kg – circuito tutelato) a 1,282 euro al chilo ossia un +3,9% rispetto a una settimana fa.
Situazione ancora nera, invece, per i prezzi dello stagionato. La coscia per il crudo tipico (13-16 Kg) ha subito una flessione del 3% in un mese (variazione marzo-febbraio 2019) e del 28,9% nell’ultimo anno (variazione marzo 2019 – marzo 2018).
“Da sempre – ha affermato ancora il presidente Garbelli – riteniamo fondamentale aprire il settore ai mercati esteri: il solo mercato cinese potrebbe valere 50 milioni di export per la nostra carne congelata: vanno superate le barriere ed eliminate le estenuanti pratiche burocratiche che rendono di fatto impossibile l’arrivo della nostra merce”.
Sul delicato tema della peste suina, Serafino Valtulini ha espresso preoccupazione per lo stallo sulle misure di contenimento della fauna selvatica: “In Cina l’80% dei dipartimenti è coinvolto da questa malattia e l’anagrafe mostra 2 milioni di suini già abbattuti ed anche in Europa molti Stati si sono già mossi per risolvere questa difficoltà andando a contrastare l’aumento del numero di cinghiali, principali portatori di pesta suina. In Belgio – ha continuato Valtulini – sono già stati eliminati tutti i cinghiali presenti nei luoghi in cui sono stati individuati i focolai della malattia; in Francia, dopo l’abbattimento totale, sono già stati ripopolati i territori e costruite barriere di decine di chilometri lungo tutto il confine e anche i danesi hanno costruito recinzioni protettive. In Italia, invece, si fa fatica anche solo per mettere a punto un piano di contenimento degli animali selvatici”.
Confagricoltura infine ha espresso soddisfazione per lo stanziamento di 5 milioni di euro inserito dal governo nel “decreto legge emergenze” e dedicato al settore suinicolo. “Tuttavia – ha concluso il presidente Garbelli – le crisi di mercato devono essere affrontate con una strategia di medio-lungo termine e con una corretta comunicazione delle peculiarità che caratterizzano il suino pesante”.