Francesco Martinoni, presidente della federazione Latte di Confagricoltura nazionale e presidente onorario di Confagricoltura Brescia, ha partecipato nel pomeriggio di martedì al Tavolo Latte convocato al ministero dell’Agricoltura, che ha visto seduti i sindacati agricoli e i rappresentanti di Assolatte. Dopo una lunga e complessa trattativa, è stato raggiunto un accordo unitario sulle richieste di sostegno al settore lattiero-caseario e sul prezzo del latte per il primo trimestre 2026. In apertura dei lavori il ministro Francesco Lollobrigida ha confermato l’intenzione di dare seguito a politiche di promozione del consumo di latte, all’aumento dei quantitativi di formaggi destinati agli indigenti e al rafforzamento dei programmi di distribuzione nelle scuole. È stato inoltre condiviso l’impegno ad avviare azioni a livello europeo per spingere i Paesi membri a una riduzione delle produzioni. Un risultato particolarmente importante dell’accordo riguarda il ritiro delle disdette del latte alle stalle, che avrebbe ulteriormente depresso il mercato, con una perdita stimata tra 5 e 7 mila quintali di latte al giorno.
Al centro della discussione il tema del prezzo del latte per il primo trimestre 2026: le parti hanno concordato l’introduzione del “prezzo doppio”: uno pieno per il latte consegnato in quantitativi pari a quelli del 2025 e un secondo, più basso, per quello prodotto in eccesso, che verrà equiparato al latte spot quotato al prezzo minimo della Borsa merci di Milano. Una scelta necessaria per indurre gli allevatori a ridurre la produzione, oggi eccessiva rispetto alla domanda del mercato italiano. Il prezzo medio sarà pari a 53 centesimi al litro: 54 centesimi a gennaio, 53 a febbraio e 52 a marzo. “La principale preoccupazione dell’industria – spiega Martinoni – è la capacità di assorbire i quantitativi prodotti dalle stalle italiane, che negli ultimi anni hanno investito moltissimo. Oggi, soprattutto nei mesi invernali, l’offerta di latte è uguale o superiore alla richiesta. Il secondo prezzo più basso spingerà gli industriali ad assorbire il latte nazionale in eccesso, anziché rivolgersi al mercato libero, ma resta il rischio che il valore possa scendere molto sotto i 40 centesimi. Il prezzo di riferimento concordato è comunque più che soddisfacente e garantisce continuità alle nostre aziende. Il contingentamento ai livelli produttivi del 2025 è una misura necessaria”.
Confagricoltura Brescia giudica quindi positivamente l’esito del Tavolo Latte, pur mantenendo alta l’attenzione sui prossimi mesi: “Siamo soddisfatti, ma con il piede alzato – conclude Martinoni -. Anche il secondo trimestre 2026 potrebbe presentare criticità, sebbene storicamente da giugno in avanti il mercato riprende grazie a un calo delle produzioni e a una maggiore richiesta di latte per i formaggi freschi. Certo, la riduzione produttiva peserà soprattutto su chi ha investito, ma in cambio c’è la garanzia di un prezzo remunerativo rispetto ai costi di produzione. È un risultato che giudichiamo complessivamente positivo: si poteva forse fare di più, ma oggi rappresenta il massimo che si poteva ottenere in questo contesto”.
Brescia, 10 dicembre 2025