Agrinsieme scrive al governo per chiedere di evitare le limitazioni all’uso del rame in viticoltura e ortofrutticoltura

È IN CORSO LA PROCEDURA DI RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE

Agrinsieme scrive al governo per chiedere di evitare le limitazioni all’uso del rame in viticoltura e ortofrutticoltura

Giulio Barzanò, responsabile della sezione vitivinicola di Confagricoltura Brescia: “Se verranno introdotte misure troppo restrittive, la difesa fitosanitaria di importanti colture mediterranee, in particolare in regime di agricoltura biologica, verrà compromessa”

 

Si sta svolgendo in questi giorni la procedura di rinnovo dell’autorizzazione dei prodotti fitosanitari a base di rame, attualmente in corso negli uffici delle istituzioni comunitarie ed in particolare del Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi, partecipato dalla Commissione e dagli Stati membri.

Proprio per questo motivo Agrinsieme, il coordinamento che riunisce Confagricoltura, Cia, Copagri e Alleanza delle cooperative, ha scritto una lettera ai ministri delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, e della Salute, Giulia Grillo, chiedendo al governo un intervento per evitare che siano introdotte eccessive limitazioni all’utilizzo di questi prodotti.

“La preoccupazione – spiega Giulio Barzanò, presidente della sezione vitivinicola di Confagricoltura Brescia e operatore del settore biologico – deriva dal fatto che, se verranno decise limitazioni troppo restrittive e rigide, la difesa fitosanitaria di importanti colture mediterranee, in particolare in regime di agricoltura biologica, verrà seriamente compromessa. Il rame infatti – continua Barzanò – è il principio attivo fondamentale della difesa fitosanitaria della vite e delle colture ortofrutticole, nei confronti di malattie fungine importanti e diffuse”.

In particolare, l’uso del rame è importante proprio per i produttori biologici, a causa della mancanza di prodotti alternativi per queste coltivazioni.

“Il limite di 6 kg per ettaro per anno, già fissato per l’agricoltura biologica – conclude il viticoltore bresciano – non può essere ulteriormente ridotto; inoltre è opportuno lasciare agli Stati membri flessibilità in materia di deroghe, anche per poter valutare le differenti annate da un punto di vista climatico”.


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