Un anno a fasi alterne, non solo per la pandemia: il 2020 è stato per la cooperativa produttori Latte indenne della provincia di Brescia, presieduta da Francesco Martinoni, presidente onorario di Confagricoltura Brescia, un periodo comunque soddisfacente, che ha permesso di ripagare il duro lavoro dei soci conferenti, anche se su livelli inferiori rispetto al 2019.
L’assemblea di bilancio, che si è svolta nel pomeriggio di martedì 22 giugno al museo Mille Miglia, ha certificato come il prezzo medio di liquidazione della cooperativa ai 59 soci è stato di 400,17 euro ogni mille litri (più Iva e qualità compresa). Il risultato è stato raggiunto grazie a un mix tra il prezzo medio riconosciuto dalle cooperative (0,419 euro al litro) e quello percepito dall’industria (0,383 euro al litro): è facilmente rilevabile come la cooperazione abbia pagato circa il nove per cento in più. In linea con il trend provinciale, il conferimento di latte dei soci nel 2020 è cresciuto sino a superare il milione e mezzo di ettolitri (per l’esattezza 1.573.952), con un incremento del 5,64 per cento rispetto al 2019, che è stato destinato alle cooperative casearie per il 52 per cento (823.713 ettolitri), mentre il restante 48 è andato all’industria (750.239). Secondo l’osservatorio Smea dell’Università Cattolica, la cooperativa Latte Indenne risulta tra i primi dieci acquirenti di latte in Lombardia (ai primi posti ci sono latteria Soresina, Galbani Italatte Spa e Granarolo Granlatte).
“Come consolidato da più anni, il prezzo ottenuto dalle cooperative nelle quali siamo soci ha ottenuto una significativa maggiore remunerazione – dichiara il presidente della cooperativa Latte indenne -, confermando quindi l’efficacia del modello cooperativo. Il nostro latte è prevalentemente destinato alla produzione di Grana Padano e ciò ci ha consentito di spuntare delle remunerazioni della materia prima superiori rispetto alle quotazioni del latte spot e di quello destinato alla produzione di formaggi molli”.
Tra i cavalli di battaglia del presidente c’è da tempo il benessere animale, oggi fattore determinante nelle scelte dei consumatori, sempre più alla ricerca di aziende che gestiscono la mandria nel rispetto dei principi di sostenibilità. “Tutte le nostre aziende – aggiunge Martinoni – anche nel 2020 sono state certificate per il benessere animale, ottenendo punteggi più che lusinghieri, a conferma dell’alto livello di specializzazione che caratterizza i nostri produttori, che continuano a investire per migliorarsi. Non solo, nel 2020 hanno anche ottenuto la certificazione da parte del Csqa per aver rispettato le norme del disciplinare di rintracciabilità della filiera latte della cooperativa”.
La Latte indenne, insieme ad altre realtà cooperative, ha promosso uno studio di fattibilità per realizzare un impianto per la polverizzazione del latte e, in seguito, per l’estrazione di siero- proteine e altre molecole per uso farmaceutico e cosmetico, al fine di verificare la possibilità di dirottare una parte del latte prodotto in Italia a mercati innovativi. Lo scorso anno la cooperativa bresciana ha anche aumentato le partecipazioni in alcuni caseifici cooperativi di produzione di Grana Padano, entrando in Ca’ de Stefani, accrescendo così la percentuale di latte conferito nelle cooperative rispetto a quello venduto all’industria.