L’INTERVISTA AL PRESIDENTE USCENTE DI CONFAGRICOLTURA BRESCIA
Francesco Martinoni nominato presidente onorario: “Lascio la guida di un’organizzazione più vicina alle imprese”
“Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato per avviare e portare a compimento il processo di rinnovamento dell’associazione: sono certo che il nuovo Consiglio abbia fatto un’ottima scelta nominando al vertice Giovanni Garbelli”
Eletto per la prima volta nel mese di dicembre del 2012 e rinnovato alla fine del 2015, Francesco Martinoni lascia dopo due mandati e sei anni di lavoro la presidenza di Confagricoltura Brescia.
Il nuovo Consiglio ha comunque voluto assegnargli un ruolo importante – fondamentale per offrire alla nuova Giunta consigli ed esperienza -, nominandolo presidente onorario.
Presidente Martinoni, possiamo fare un bilancio di questi sei anni di presidenza?
«Non è certo compito mio dare una valutazione generale sul lavoro svolto. Posso tuttavia dire con orgoglio di aver ottenuto una parte consistente degli obiettivi che mi ero prefissato all’inizio del mio primo mandato. Ho ereditato l’organizzazione dopo il lungo periodo di presidenza di Franco Bettoni e si avvertiva la necessità di un rinnovamento interno: credo che questo risultato sia stato raggiunto, perché oggi Confagricoltura Brescia è più vicina alle imprese associate, offre servizi di qualità ed è apprezzata ed ascoltata per la propria azione sindacale. Inoltre, Brescia è maggiormente valorizzata all’interno dell’organizzazione, sia a livello nazionale che regionale. Abbiamo portato una ventata d’aria fresca ed ora lasciamo con grande serenità, come avevamo detto fin dall’inizio: anzi, proprio io sono stato promotore dell’introduzione di un limite alla durata della presidenza».
Quale è il momento che ricorda con maggiore soddisfazione?
«Certamente i mesi più intensi e importanti del mio mandato sono stati quelli della celebrazione del Centenario, nel 2016. In particolare, resterà indimenticabile la serata del 1° ottobre 2016 in cui alla Fiera di Brescia, con più di 1.200 persone, abbiamo festeggiato questo traguardo fondamentale. Con grande convinzione, inoltre, io e la mia giunta abbiamo promosso la realizzazione del libro “Cent’anni di Unione”, dedicato a ripercorrere tutta la nostra storia gloriosa. Festeggiare il Centenario è stato un modo per guardare al passato e trovare le energie giuste per ripartire con maggiore convinzione. Un altro ricordo importante del mio mandato riguarda le visite a Bruxelles, effettuate insieme ad alcuni nostri consiglieri: abbiamo incontrato i responsabili delle istituzioni europee, dialogando sulle decisioni che ci riguardano da vicino, come la Pac o la questione nitrati, ampliando la nostra conoscenza delle problematiche e comunicando il nostro punto di vista».
Quali sono state le linee programmatiche principali della sua presidenza?
«Ho insistito con decisione sulla creazione di un’associazione in grado di rispondere realmente alle esigenze delle imprese, non chiusa nei palazzi ma vicina alle imprese associate. Sono soddisfatto per i convegni e gli incontri tecnici di alto profilo che abbiamo realizzato in questi anni e per aver guidato la nostra organizzazione su posizioni molto chiare per quanto riguarda il rapporto tra agricoltura e scienza, i trattati di libero scambio, la ricerca di una sostenibilità che fosse ambientale ma anche economica, sulla annosa questione dei nitrati. Su tutte queste tematiche, come sempre nella nostra storia, abbiamo dialogato con grande franchezza con le istituzioni, senza timori reverenziali ma anche senza cercare scontri a priori. Ci siamo mossi a volte su posizioni poco popolari, ma siamo convinti di aver agito sempre nell’interesse dei nostri associati».
Quale messaggio vuole lasciare agli imprenditori agricoli associati?
«Per quanto riguarda la nostra vita associativa interna desidero ringraziare tutti per la fiducia che ho sentito in questi anni. Il ringraziamento va prima di tutto alla Giunta, ai vicepresidenti e al direttore, ma anche a tutto il Consiglio, ai funzionari della nostra Organizzazione che con grande professionalità affiancano le aziende a noi associate e a tutti gli imprenditori che hanno supportato il nostro progetto di cambiamento. Sul fronte più propriamente imprenditoriale, non mi stancherò mai di ripetere quanto più volte ribadito in questi anni: se vogliamo davvero avere voce in capitolo all’interno delle filiere dell’agroalimentare, è necessario perseguire forme di aggregazione. Nel settore del latte ed in quello della suinicoltura sono stati fatti passi importanti, ma ritengo che sia possibile fare molto di più. Dobbiamo prendere esempio dall’estero, dove le forme aggregative sono molto diffuse e dove spesso il primo anello della catena riesce a far valere maggiormente la propria importanza».
Quali consigli vuole dare al suo successore?
«Prima di tutto voglio complimentarmi con lui per il prestigioso ruolo che ricoprirà da oggi in poi. Sono certo che la scelta effettuata dal Consiglio sia stata molto positiva: Giovanni è un vero imprenditore agricolo, conosce quindi molto bene quali sono le esigenze delle imprese e, nello stesso tempo, vive da anni la vita associativa: è stato presidente dell’Anga di Brescia, mio vicepresidente ed è vicepresidente di Confagricoltura Lombardia. Per questo mi sento di dargli solo un consiglio: ascolti sempre i bisogni e le domande dei soci perché l’organizzazione è forte solo se sa dare le giuste risposte a chi ogni anno paga la quota associativa».
Lei resterà come presidente onorario.
«Il mio successore ed il Consiglio hanno voluto onorarmi con questo ruolo: spero di poter dare ancora il mio contributo in questa veste per continuare a scrivere insieme pagine di storia di Confagricoltura Brescia».