CONFAGRICOLTURA BRESCIA PLAUDE ALL’INIZIATIVA DEL COMUNE DI DESENZANO
Garda e Valtènesi, “è necessaria un’intesa tra tutti i soggetti per un piano di sviluppo che conservi l’identità del territorio”
Il direttore Gabriele Trebeschi: “Sarebbe paradossale promuovere un vino legato a un contesto ambientale senza che ci sia una corrispondente strategia di tutela: occorre evitare l’impoverimento di componenti fondamentali del paesaggio agrario proprio per promuovere una viticoltura d’eccellenza”
Il destino e la fortuna dei grandi vini sono sempre più intrecciati con quello dei loro territori. Come dimostrato dalle tendenze in atto negli ultimi anni, il terroir rappresenta infatti un elemento di successo imprescindibile nell’affermazione nel mondo vitivinicolo. L’esempio del Garda in questo senso è evidente. Con questa consapevolezza il Comune di Desenzano del Garda, in un recente incontro organizzato dal sindaco Guido Malinverno, ha lanciato la proposta di promuovere, con le organizzazioni agricole e i Consorzi di tutela delle Dop gardesane, un tavolo di confronto con i Comuni dell’area delle colline moreniche per avviare una più stringente collaborazione sui temi ambientali e paesaggistici.
“Il diffondersi dei vigneti, trascinato dal grande successo della Dop Lugana – ha spiegato Gabriele Trebeschi, direttore di Confagricoltura Brescia – ha fatto emergere alcune criticità nel mantenimento ambientale dell’area delle colline moreniche, con un impoverimento di alcuni fondamentali componenti della trama del paesaggio agrario, rappresentata dall’insieme degli elementi vegetali (siepi, filari, alberature) e naturali (stagni, zone umide) che connotano l’identità stessa della Valtènesi e del Basso Garda: il cedimento della qualità paesaggistica di questo territorio a forte vocazione enologica e turistica costituirebbe una serie ipoteca sul futuro di una viticoltura di eccellenza”.
Ecco perché, secondo Confagricoltura Brescia, sulla scorta dei positivi esempi di altre zone bresciane a forte vocazione viticola, “ben venga la possibilità di giungere ad un’intesa tra tutti i soggetti – amministrazioni pubbliche, Consorzi di tutela e organizzazioni agricole – per definire un piano che fissi priorità e obiettivi dello sviluppo territoriale. Un programma che – sottolinea ancora il direttore Trebeschi – deve mettere al centro l’impresa agricola come il vero protagonista di queste politiche che devono trovare il respiro programmatico di un vero e proprio piano d’area”.
La qualità del territorio infatti si misura e si confronta non solo con un paesaggio agrario “in movimento”, come quello della crescente viticoltura, ma anche con il complesso della pianificazione infrastrutturale e urbanistica che deve trovare sintonia con la specifica vocazione territoriale.
“Sarebbe infatti paradossale – afferma il direttore di Confagricoltura Brescia – invocare un paesaggio del vino impegnato nella tutela e valorizzazione di tutte le componenti del quadro naturalistico, senza che ci sia una corrispondente strategia nel contesto urbano e periurbano: i servizi ecosistemici e ambientali di una agricoltura sostenibile devono trovare anche un adeguato risvolto economico. Oltre a un quadro di regole condivise è necessario – conclude Trebeschi – che vengano messe in campo tutte le risorse disponibili per le azioni ambientali, dal Fondo aree verdi al bando infrastrutture, dal Progetto Life ai Piani di sviluppo rurale”.