ACQUA
Gestione delle risorse idriche per lo sviluppo dell’agricoltura e del territorio, Confagricoltura Brescia a confronto con gli assessori regionali Rolfi e Sertori
Il presidente Giovanni Garbelli: “L’acqua è un bene fondamentale, va consolidata la governance e la pianificazione pubblico-privata con investimenti per una reale tutela e la salvaguardia di questa risorsa”
Confagricoltura Brescia anche quest’anno dedica al tema della gestione delle risorse idriche uno specifico momento di approfondimento e di confronto. Grazie alla presenza dei due assessori del Pirellone Fabio Rolfi e Massimo Sertori, a cui sono affidate importanti deleghe per il governo delle acque nella nostra regione, l’incontro sarà un’occasione importante per tracciare le prospettive sulla governace di questa risorsa, fondamentale per l’intero territorio.
L’appuntamento è in calendario per mercoledì 26 maggio alle 18 in diretta sui canali Facebook e YouTube dell’associazione, con il presidente di Confagricoltura Brescia Giovanni Garbelli che dialogherà con i vertici dei consorzi di bonifica del nostro territorio, Gladys Lucchelli (direttore Anbi Lombardia e commissario consorzio bonifica Oglio-Mella) e Luigi Lecchi (presidente consorzio bonifica Chiese), oltre ai due amministratori regionali.
L’agricoltura ha svolto e continua a svolgere un ruolo centrale nella gestione integrata delle risorse idriche. Non solo per il patrimonio di opere idrauliche che attraversano capillarmente il territorio, ma anche perché i metodi irrigui utilizzati continuano a garantire in scala di bacino il bilancio idrico del territorio, la sua difesa idraulica e la conservazione dell’ambiente e della biodiversità.
Nel corso dell’incontro Confagricoltura Brescia porrà, come già in passato, l’esigenza di un approccio integrato per la tutela e la salvaguardia dell’acqua: oltre al concetto di uso plurimo è fondamentale mantenere quello della governance consortile della bonifica nella sua accezione più larga. “Pianificazione e investimenti – continua Garbelli – devono continuare a contare su questa formula pubblico-privato, che in Lombardia garantisce l’efficienza di una rete costituita da un reticolo di oltre quaranta mila chilometri di canali, in larga parte con la duplice funzione di bonifica e irrigazione”.
La dimensione quantitativa – ossia “quanta acqua e per che cosa” – non può essere ovviamente disgiunta dalla quella qualitativa. Resta molto da fare su questo fronte e, anche in questo caso, l’agricoltura deve essere protagonista e non subire le pressioni esterne. “La fissazione del deflusso minimo ecologico – continua Garbelli – potrebbe avere impatti particolarmente rilevanti sulla gestione delle risorse idriche se non si troveranno correttivi agli attuali criteri, con l’impegno da parte delle istituzioni ad attivare investimenti in termini di depurazione degli usi civili e industriali”.