Latte: cooperazione, investimenti ed export per il rilancio
Confagricoltura Brescia ha fatto il punto sul settore
Presente e futuro del principale comparto agricolo bresciano al centro del partecipato convegno “Latte, situazione di mercato e prossimi scenari: quali strumenti per il governo delle crisi”, promosso da Confagricoltura Brescia nel proprio ufficio zona di Leno la sera di giovedì 5 aprile.
Conoscere il mercato, unire le forze e approntare strategie efficaci per vincere le incertezze economiche e le sfide della globalizzazione. L’urgenza di nuove riflessioni sull’andamento del settore lattiero italiano, sempre più diviso tra incrementi nella produzione, da un lato, e minacce dovute a quotazioni altalenanti, poco prevedibili e tendenti al ribasso, dall’altro, ha trovato pieno riscontro nel momento di approfondimento proposto da Confagricoltura Brescia.
Ad accogliere associati e rappresentanti delle principali cooperative lattiero-casearie bresciane e dei territori limitrofi, il presidente dell’organizzazione provinciale Francesco Martinoni, portavoce delle difficoltà riscontrate dagli allevatori, oggi alle prese con crescenti quantità di latte da ricollocare mantenendo guadagni “accettabili” a fronte di un calo dei consumi e di costi di produzione ancora troppo elevati per competere con altri colossi europei.
La volontà di rimettersi in gioco con investimenti lungimiranti e un pensiero rivolto a diversificazione dell’offerta ed export, nella salvaguardia delle eccellenze made in Italy, si profilano così come uniche soluzioni da attuare, insieme alle realtà cooperative, per superare l’impasse dalla filiera.
“La situazione del latte è caratterizzata da grande volatilità – aggiunge Luigi Barbieri, presidente della Sezione economica latte e vicepresidente di Confagricoltura Brescia, nell’introdurre i relatori dell’appuntamento lenese -. Sebbene il 2017 si sia concluso positivamente, confermando il ruolo da protagonista del Grana Padano nelle performance delle aziende bresciane, è importante riflettere su come tutelare questo presidio e su come affrontare surplus produttivo e flessione dei prezzi con opportune strategie di coesione”.
Sui molteplici scenari del sistema-latte italiano si sofferma Marco Ottolini, direttore dell’Aop Latte Italia, primo ospite del dibattito moderato dal direttore di Confagricoltura Brescia Gabriele Trebeschi.
Vista l’impossibilità di arginare questo trend di crescita, dopo un 2017 che riconferma il primato della Lombardia nel panorama lattiero italiano con circa 5,1 milioni di quintali prodotti, il relatore auspica una nuova impostazione del settore verso la valorizzazione di trasformazioni del latte finora non considerate. Come sostenere dunque i ritmi di produzione attuali senza “oberare” di latte i marchi DOP come il Grana Padano? Panna da centrifuga, burro, latte magro, latte in polvere, altri formaggi: Ottolini non ha dubbi nell’identificare la diversificazione del prodotto lattiero come unico antidoto all’eccedenza italiana, altrettanto utile per promuovere all’estero nuove e comunque eccellenti forme di made in Italy.
Una strategia supportata da azioni concrete come lo studio sui derivati del latte avviato da AOP in collaborazione con l’Agrifood Lab dell’Università di Brescia, attivato per rilevare i prodotti dal maggiore potenziale di ritorno sui quali investire nel prossimo futuro.
Riflessioni alle quali si unisce la prospettiva, più volte chiamata in causa, del Consorzio di tutela del Grana Padano, nelle parole del suo presidente Nicola Cesare Baldrighi: “Ci troviamo ad affrontare un tema molto delicato, all’interno del quale il Consorzio opera pianificando attentamente le attività annuali di ogni caseificio, con il duplice obiettivo di difendere il valore del prodotto e di pensare all’incremento delle produzioni. Con molta probabilità nel 2018 supereremo i 5 milioni di forme, mantenendo quotazioni del latte il più possibile vantaggiose per i produttori. Sfideremo inoltre la concorrenza dei formaggi non marchiati, ampiamente diffusi nell’industria alimentare e nella ristorazione collettiva, con efficaci campagne di comunicazione e con massima attenzione al panorama internazionale degli accordi bilaterali con nuovi mercati da raggiungere”.
Dal dettagliato sguardo oltre i confini nazionali di Angelo Rossi, esperto del Clal, emerge infine la necessità di strutturare percorsi di educazione alla tradizione agroalimentare italiana in Paesi come Cina e altre realtà del sud-est asiatico, potenzialmente interessati al paniere lattiero-caseario nostrano. Fine perseguibile solo attraverso investimenti in Ricerca & Sviluppo, partnership con aziende straniere e verticalizzazione dell’offerta.
Commentando l’importanza di quanto appena evidenziato dai tre esperti, il presidente di Confagricoltura Lombardia Antonio Boselli ribadisce infine la necessità di unire le forze, come sistema-Paese, per inserire il latte in un virtuoso e tutelato circolo di globalizzazione che tocchi tutti i mercati del mondo.
A testimoniare l’attualità degli argomenti trattati, la gradita presenza in platea delle neo-consigliere regionali bresciane Claudia Carzeri e Federica Epis, intervenute in chiusura per confermare l’impegno del mondo politico lombardo nel supportare, non solo localmente ma anche a Roma e in Europa, ogni aspetto utile allo sviluppo del tessuto agricolo del nostro territorio.