ALLA FAZI IL CONVEGNO DI CONFAGRICOLTURA BRESCIA
“Non coltivare più mais in Italia significa dare un colpo mortale alla nostra zootecnia: puntiamo su ricerca ed innovazione”
Il presidente Giovanni Garbelli: “Gli imprenditori devono essere liberi e dotati di tutti gli strumenti per competere. Valorizziamo l’immagine della coltura maidicola sottolineandone l’importanza a livello ambientale”
“Non coltivare più mais significa dara un colpo mortale alla nostra zootecnia: per ridare un futuro alla produzione italiana, è necessario un autentico lavoro di filiera, puntando su ricerca ed innovazione”. Lo ha detto Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia, nel corso del convegno “Mais per la zootecnia” organizzato questa mattina da Confagricoltura Brescia al Centro Fiera del Garda, nell’ambito della 91esima edizione della Fiera agricola e zootecnica italiana (FAZI) di Montichiari.
Dopo i saluti del sindaco di Montichiari, Mario Fraccaro, e del consigliere regionale Claudia Carzeri – introdotti dal direttore di Confagricoltura Brescia, Gabriele Trebeschi -, è intervenuto Nikolas Mitroulias di Climate Italia (gruppo Bayer) che si è soffermato sull’importanza della digitalizzazione e dell’innovazione in agricoltura.
Il tema della filiera, fondamentale per dare un futuro al settore, è stato introdotto da Matteo Piombino di Corteva Agriscience, che ha sottolineato il valore di una corretta comunicazione nei confronti dei consumatori per valorizzare la qualità del mais italiano e della filiera collegata e per sottolinearne il valore ambientale.
Prima della tavola rotonda moderata dal giornalista Guido Lombardi, è infine intervenuta Michela Alfieri (Crea – Centro di ricerca cerealicoltura e Colture industriali) per un approfondimento sulla produzione di trinciato di qualità.
Nel corso del dibattito, Roberto Milletti, responsabile dell’Unità Analisi e Informazione di Ismea, ha illustrato nel dettaglio come sia calata la produzione di mais nazionale e come siano aumentate decisamente le importazioni: metà dei consumi italiani sono coperti dall’import. “L’agricoltura cambia – ha detto Milletti – ma è cambiato anche il consumatore, che è sempre più attento alla qualità: per questo tutta la filiera deve lavorare insieme, per dare un messaggio relativo ad una produzione totalmente italiana”.
Secondo Fausto Nodari, presidente della sezione Cerealicola di Confagricoltura Brescia, “oggi ci viene richiesta la produzione di un mais di elevata qualità e con caratteristiche organolettiche particolari ad un prezzo di vendita che non copre i costi di produzione: questa situazione non mette a rischio soltanto tutta la cerealicoltura ma anche l’intera filiera zootecnica”.
Il Piano maidicolo nazionale in corso di realizzazione è stato al centro dell’intervento di Cesare Soldi, presidente dell’Associazione maiscoltori italiani (AMI). “Il Piano ha come finalità quella di orientarsi sempre più al mercato: da commodity soggetta alla fluttuazione dei mercati internazionali, il mais deve diventare una speciality destinata alla realizzazione di prodotti specifici”.
La filiera inoltre deve trovare un alleato importante nell’innovazione, come più volte sostenuto da Confagricoltura Brescia. “L’innovazione non è opzionale – ha detto Marco Pasti, già presidente dell’Ami -: dobbiamo accedere a tutti gli strumenti disponibili per mettere i nostri produttori nelle condizioni di competere con gli agricoltori stranieri”.
Il presidente di Confagricoltura Brescia, Giovanni Garbelli, ha chiuso l’incontro evidenziando come il vero “greening” non è quello imposto dalla Pac “ma si realizza con la coltivazione del nostro mais che ha un valore ambientale straordinario perché garantisce il maggiore utilizzo di azoto ed assorbimento di anidride carbonica”.
Secondo Garbelli, “è fondamentale rilanciare l’immagine della coltura maidicola e del nostro modello economico vincente che consente, in qualsiasi condizione meteorologica, di avere supermercati e ristoranti pieni prodotti di grande qualità. Si tratta di temi fondamentali – ha concluso il presidente – che devono trovare spazio anche nella riforma della Pac e che saranno al centro della nostra assemblea generale annuale, sabato 23 febbraio a Villa Fenaroli”.