MAISCOLTURA
Senza avere fretta e in asciutta, è un avvio di stagione delle semine con il piede sollevato nelle campagne del Bresciano
Fausto Nodari, neo eletto vicepresidente della Federazione nazionale di prodotto Cereali di Confagricoltura: “Da noi clima pseudo-tropicale, ma restiamo tra le prime tre province per produzione di granella con circa 31 mila ettari”
Via alla stagione delle semine nelle campagne bresciane, ma “senza avere fretta”: nella nostra provincia, infatti, le temperature del terreno non sono ancora quelle ottimali e l’umidità è relativamente bassa. Si parte quindi “in asciutta” nella gran parte dei campi. In alcune aree, segnatamente quelle dove il fondo è più sabbioso – come nella zona di Montichiari e di Chiari -, sono state avviate anche le irrigazioni. A presentare la situazione è il neo eletto vicepresidente della Federazione nazionale di prodotto Cereali di Confagricoltura Fausto Nodari, imprenditore agricolo di Offlaga. Nodari si aggiunge alla pattuglia di bresciani che si occuperà, a livello nazionale, degli organismi confederali dedicati ai singoli comparti produttivi (gli altri sono i presidenti Francesco Martinoni per il latte e Alessandro Bettoni per la Bioeconomia).
Guardando al clima nel Bresciano, Nodari, senza mezzi termini, parla di una condizione “pseudo-tropicale”, con sei mesi di secca e sei di piogge. “Da noi è stato così negli ultimi due anni – dichiara -, determinando dei grossi problemi per le semine, arrivate a ridosso di dicembre per i cereali vernini: frumento e orzo mostrano infatti decisi ritardi in fase di levata. La nuova campagna 2021 vede già le attività condizionate da una stagione particolarmente avara di piogge”. In aggiunta, ci sono anche le limitazioni all’utilizzo dei fertilizzanti, imposte nelle scorse settimane dal Piano Aria, che hanno costretto gli agricoltori bresciani ad adottare tecniche inusuali per il periodo, misure che hanno già influito sulle condizioni dei terreni e sulle coltivazioni in atto.
Brescia resta comunque tra le prime tre province italiane per produzione di granella, nonostante abbia visto una contrazione di superficie investita a granoturco tra le più elevate del Paese, oggi pari a poco più di 31 mila ettari. “L’autoapprovvigionamento nazionale di granella, nel volgere di un decennio, si è quasi dimezzato – aggiunge il presidente di Confagricoltura Brescia Giovanni Garbelli, maiscoltore di Orzinuovi – e si attesta ora a poco più del 50 per cento. Per sostenere e aiutare il settore Confagricoltura è stata tra i protagonisti, nel 2020 della definizione del Piano maidicolo nazionale, puntando sul rilancio dell’accordo di filiera e sulla definitiva apertura verso le tecniche genetiche, per assicurare maggiori rese e piante più resistenti alle fitopatie”.
Ora i maiscoltori bresciani restano in attesa di capire come sarà l’avvio della stagione, con presagi non troppo positivi, visto che la prossima settimana le temperature dovrebbero bruscamente abbassarsi. Anche sul fronte delle quotazioni si guarda con attenzione all’evolversi di un mercato, quello dei cereali e della soia, sempre più condizionato dai grandi player internazionali e dalle speculazioni finanziarie.