Vimercati (Confagricoltura Brescia): “Indispensabile poter contare su adeguati e immediati ristori, siamo ancora in attesa del Fondo Ristorazione”. Su agriturismi e cantine ora incombe anche l’incognita sulla gestione dei rifiuti

EMERGENZA COVID E AGRITURISMI
Vimercati (Confagricoltura Brescia): “Indispensabile poter contare su adeguati e immediati ristori, siamo ancora in attesa del Fondo Ristorazione”. Su agriturismi e cantine ora incombe anche l’incognita sulla gestione dei rifiuti
Sono 350 le aziende agrituristiche bresciane colpite da quasi un anno di fermo attività. Confagricoltura impegnata anche sul fronte della nuova normativa sui rifiuti che rischia di gravare sulla gestione dell’accoglienza nelle cascine e nelle cantine.

A difficoltà si aggiunge difficoltà. È innegabile che l’agriturismo sia uno dei settori che sta maggiormente soffrendo a causa della pandemia, per la prolungata chiusura delle attività, reiterata anche in questi giorni di “zona arancio rafforzata”. Alla crisi di un comparto vitale nell’ambito agricolo, della ristorazione e del turismo si aggiunge oggi un’ulteriore preoccupazione per la norma, entrata in vigore a inizio anno, che esclude i residui agricoli dal campo di applicazione dei rifiuti. Di conseguenza i rifiuti delle aziende agricole e delle attività connesse, agriturismo compreso, vengono considerati speciali e non più assimilati agli urbani com’è stato finora. Determinando disequilibri e diseguaglianze che non trovano giustificazione.

Per fare qualche esempio, i rifiuti prodotti dai ristoranti continuano a rientrare nella canonica gestione del ciclo dei rifiuti comunali, mentre quelli degli agriturismi entrano tra gli speciali, costringendo a una nuova gestione con più burocrazia e maggiori investimenti di risorse umane ed economiche.

“Dal primo gennaio i rifiuti degli agriturismi non sono più paradossalmente assimilati a quelli dei ristoranti, ma sono considerati speciali – spiega il bresciano Gianluigi Vimercati, presidente degli Agriturismi di Confagricoltura Lombardia e titolare di un’azienda vitivinicola in Franciacorta -: questa classificazione ci obbliga a nuovi investimenti per stipulare collaborazioni con fornitori specializzati nella gestione dei rifiuti speciali. Non potremo così più usufruire del servizio di smaltimento dei Comuni, compreso quello alla piattaforma ecologica. Un obbligo gravoso in un momento delicato per tutti noi”. Gli imprenditori agrituristici non intravedono la fine di questo periodo drammatico, hanno di nuovo dovuto chiudere gli spazi dedicati all’accoglienza e, in prospettiva, potrebbe anche registrarsi una nuova chiusura del canale Ho.re.ca su tutto il territorio lombardo. “È più di un anno che non lavoriamo – rimarca Vimercati – e, salvo un breve periodo la scorsa estate, abbiamo registrato un calo di fatturato che sarà impossibile recuperare. Ora è indispensabile poter contare su adeguati e immediati ristori, a partire dall’erogazione del Fondo ristorazione attesa da mesi: diversamente temo che la maggior parte delle strutture rischi di chiudere”.

In questo ambito è già arrivato l’impegno del presidente di Confagricoltura Brescia, Giovanni Garbelli, a far sì che al più presto si giunga a una modifica della normativa. “Abbiamo già interessato il ministero dell’Ambiente – dichiara il presidente – chiedendo non solo chiarimenti, ma anche una decisa inversione di rotta su questo aspetto che interessa non solo gli agriturismi, ma tutte le aziende che fanno accoglienza promuovendo l’enoturismo e l’olioturismo. Nel contempo stiamo sensibilizzando anche Comuni per gestire al meglio questa fase applicativa, che già cade in un’emergenza senza precedenti per tutti, imprenditori agricoli compresi”.

Nel Bresciano gli agriturismi sono più di 350, a cui si aggiungono le cantine e le aziende olivicole, che rappresentano una fetta considerevole della ricettività e dell’accoglienza, apportando benefici anche al comparto turistico altrettanto in difficoltà.


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